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recensioni
IL PREMIO OTELLO SARZI 2018 A OSIMO
IL REPORT DI MARIO BIANCHI

Dal 13 al 15 Luglio, a Osimo, si è svolta per la seconda volta, la rinnovata edizione del Premio Nazionale Otello Sarzi.
Il Premio fondato nel 1995 dal grande maestro burattinaio Otello Sarzi, oggi scomparso, e da Marco Renzi, direttore artistico di Proscenio Teatro Ragazzi, è giunto da Porto Sant'Elpidio a Osimo per volontà di “Specchi Sonori”  diretti da Marianna De Leoni e Claudio Rovagna.
A questa edizione hanno aderito più di cinquanta compagnie, provenienti da tutta Italia. Dal 2017 il Premio include una sessione “studi”, nata per incentivare la nuova drammaturgia nel campo del teatro per l'infanzia.
La Giuria del Premio, che è ogni volta affiancata da una omologa, composta da bambini è stata formata quest'anno da Giulia Basel, Mario Bianchi, Marianna de Leoni, Stefano Polenta, Renata Rebeschini, Marco Renzi, Isabelle Roth Sarzi e Claudio Rovagna.
Potremmo dire un'ottima edizione del premio, con spettacoli di diversa fattura, la maggior parte dei quali di buona qualità che ha visto come vincitrice la compagnia “Kuziba Teatro” di Ruvo di Puglia con lo spettacolo” Vassilissa e la Babaracca”, spettacolo con la regia di Raffaella Giancipoli e in scena Annabella Tedone e Bruno Soriato. Musiche di Mirko Lodedo e Francesco Bellanova, già ampiamente recensito e apprezzato dalla nostra rivista.

Ma ecco la motivazione del premio
“La compagnia Kuziba Teatro traduce teatralmente la fiaba della tradizione slava e dell’Europa orientale di Vassilissa e della Baba Jaga con una scrittura scenica di grande forza figurativa, profondamente consapevole di ritmi teatrali, di emozioni e con la capacità di richiamare con segni eleganti aspetti profondi, onirici, della fiaba, compresi la paura, e l’inganno con una drammaturgia visiva di grande efficacia.
La scenografia, dello stesso Bruno Soriato, anima di fatto la baracca come personaggio e sa amalgamare gusti contemporanei del noir fantasy -neogotico alla citazione sapiente di opere d’Arte dell’ambiente gotico fiammingo; l’impianto luci di Tea Primiterra sorregge emozioni a tratti cinematografiche; bella l’interpretazione attoriale, anche quella della bambina Vassilissa senza alcun facile ammiccamento”

Dobbiamo subito notare una caratteristica precipua che abbiamo notato nell'edizione di quest'anno : l'eccellente qualità riscontrata soprattutto negli spettacoli di teatro di figura.
Ecco per esempio che su tutti,oltre alla presenza del giovane burattinaio Mattia Zecchi, abbiamo apprezzato “ Falù” del Teatro della Sete di Udine spettacolo con pupazzi e due attori e “ L'anatra e la morte” di Paolo Sette del Teatro Puntino Rosso .

Michele Polo e Serena Di Blasio, nel primo, su regia di Yevgeni Mayorga Andrade,
pupazzi e scene Virginia Di Lazzaro, mette in scena un piccolo bambino, Falù,
nei panni di un tenero pupazzo, che si ritrova. solo, abbandonato, sulla spiaggia di un’isola che non conosce.
Qui,  alla ricerca di qualcuno che gli potrebbe fare da padre, incontrerà, la farfalla Rossa, la bestiolina Quokka, il Mostro dalla lingua gialla e il Dottor Toff, lo stesso Michele Polo, che alla fine lo accoglierà tra le sue braccia.
Cosa può fare un bambino se perde i propri riferimenti in una terra sconosciuta?
Cosa sono le migrazioni e le migrazioni viste da un punto di vista bambino?

Condotto con semplicità e accuratezza lo spettacolo pone queste semplici domande ai piccoli spettatori che assistono ad una storia espressamente dedicata a loro.Lo spettacolo ci sembra avere ancora margini di miglioramento in una maggiore definizione del personaggio  del Dottor Toff,ancora in parte non ben caratterizzato.

Il secondo spettacolo, invece è tratto dal meraviglioso libro per l’infanzia” L’Anatra, la Morte e il Tulipano” di Wolf Erlbruch, già messo in scena, magistralmente, per mezzo della danza, dalla compagnia Tardito Rendina, che propone in modo poetico la storia di una surreale amicizia tra due esseri diversissimi tra loro, che diventa amore per l’altro e amore per la vita
La storia è molto semplice. Un’anatra riceve l’improvvisa visita della Morte.
Due minuscoli burattini,mossi con grazia e semplicità da Paolo Sette, mettono in scena il tema della morte in modo assolutamente tenero e disarmante,corroborato da  un pizzico di ironia, senza fronzolo alcuno, suscitando l'interesse dei piccoli spettatori che ascoltano attenti una storia così particolare.

Ecco poi le semplici ma curate marionette del Teatro a Dondolo mosse da Michela Cannoletta e il teatro di figura in tutte le sue forme proposto da  Federico Pieri di Terzo studio,vincitore del premio assegnato dalla giuria di bambini, che ripropone per immagini il famoso "Carnevale degli Animali" del musicista francese Camille Saint-Saëns. Ombre, pupazzi,ricami sulla sabbia,incantano i bambini,finchè l'artista, entrando in un grande pallone, emoziona tutta la platea.
Ma nel teatro di figura la menzione speciale è andataai burattini di Mattia Zecchi , ecco la motivazione.
Il ventiseienne burattinaio Mattia Zecchi ci fa ben sperare nel futuro di un 'arte senza tempo come quella burattinesca, attraverso l'uso magistrale del ritmo che percorre le avventure delle teste di legno protagoniste di “ Fagiolino e il terribile Cavalier Sbragafegati “ affiancate dalla impeccabile resa interpretativa di ogni personaggio che popola la baracca. In questo modo la tradizione dei burattini può ancora rivivere intatta in tutta la sua semplice potenza espressiva per le nuove generazioni.

Meno interessante, ci è sembrato "Rosa"di Teatro C’Art comic Education di Castel Fiorentino, creato ed interpretato da Teresa Bruno, regia André Casaca, dove una donna clown si misura in una serie di gag comiche,non sembre precise che avrebbero bisogno anche di una maggiore coesione tra loro.
Per “Ballata d’Autunno” della compagnia Teatro Le Foglie, composta dai giovanissimi e talentuosi,Marta Finazzi e Nicolas Benincasa,teatro visivo, senza parole,opera multidisciplinare che unisce il teatro d'ombra, il mimo, l'acrobatica aerea, la danza, la manipolazione e il clown, vi lasciamo alle parole di Rossella Marchi che lo ha visto per noi a Palla al Centro.
Ecco poi Fiabrica Teatro con "Cappuccetto e il lupo bianco", più che un vero e proprio spettacolo, una  sorta di progetto pedagogico intorno alla celebre fiaba che, partendo da Munari, ne illustra , attraverso il teatro le valenze e le particolarità insite nei due personaggi, protagonisti della storia, interpretati da Aurora Grasso e Fabrizio Bellino.

Tre gli studi proposti ad Osimo : quello, secondo noi già compiuto, de La Casa delle Storie de Il Teatro dell’Orsa : "Filofiaba" dedicato alla celebre "Tre melarance", quello di Paolo Sette di Teatro del Puntino Rosso, “ La Luna Nuova” , delicata metafora burattinesca, sul tema della crescita e quello della compagnia Numeri 11 di Grottammare, con Alice Viene dal Paese di Valentina Illuminati che è risultato vincitore con la seguente Motivazione:
“Per la chiarezza e la forza di intenzione professionale dimostrata dalla giovane artista Valentina Illuminati con un progetto arduo e delicato, ma già ricco di spunti poetici, per un atteggiamento di autenticità di ricerca di linguaggi e di approcci idonei a realizzare un progetto di narrazione e rappresentazione teatrale della difficoltà e della diversità e disabilità.
Infine dobbiamo segnalare Clarabella e Le Rabbiastorie di Febo Teatro dove Claudia Bellemo e Matteo Fresch, grandi e grossi, interpretano due improbabili bambini, protagonisti di storie che parlano di rabbia. L'intento è nobile e in complesso ben strutturato, ma ciò che abbiamo visto in scena, ci ha lasciato seri dubbi sulla sua compiuta resa teatrale.

MARIO BIANCHI