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Eolo
recensioni
VIAGGIO IN ITALIA
Recensioni dei festival estivi /CASTIGLIONCELLO GIFFONI DRODESERA

Il viaggio in Italia quest'anno inizia da Castiglioncello da “In Equilibrio” il festival che sotto la direzione di Massimo Paganelli per quindici giorni apre il Castello Pasquini e non solo al teatro e alla danza.
La nostra presenza si è consumata negli ultimi giorni della manifestazione nei quali abbiamo assistito a numerosi spettacoli assai diversificati tra loro ma accomunati dalla voglia di intraprendere nuovi itinerari ancora in fieri ma comunque stimolanti e ricchi di sorprese.
Qui è stato possibile seguire negli anni tra gli altri i percorsi di Andrea Cosentino,Roberto Abbiati,Massimo Schuster,DanieleTimpano,Oscar DiSumma,Teatro Minimo, qui è possibile assistere agli esiti della nuova danza italiana o all'azzardo di artisti che tentano nuove strade.
Ecosì abbiamo assai apprezzato “NNORD” di Roberto Latini , spettacolo molto diverso dai suoi,corale,costruito a quadri,apparentemente indipendenti tra loro ma tutti accomunati da un sentore comune dove l'operosità nasconde un vuoto interiore che attende di essere colmato. Niente è detto esplicitamente ma le atmosfere rimandano ad un mondo normale anzi normalizzato dove il sentimento fatica ad uscire costretto come è da impulsi secondari,così poco emozionali.
Finalmente un NNORD, così diverso dal SSUD di Emma Dante che ultimamente cogliamo in molti troppi,spettacoli. Segni, parole,gesti, ripetizioni,ammiccamenti che riportano ad una condizione mentale riconoscibilissima e, nei momenti più riusciti, soprattutto per noi, che nel nord ci viviamo, esemplari.
Di grande gioia per l'intelligenza e l'ironia dello spettatore è anche Post-it del giovane gruppo Teatro Sotteraneo , già segnalatosi al Premio Scenario, che anche qui porta la sua notevole freschezza interpretativa, piena di lucida consapevolezza teatrale. Come per Latini, anche qui la narrazione in senso classico non esiste,lo spazio scenico asettico, rivestito da tagli e aperture , è attraversato continuamente dai quattro attori a anche quello che si immagina fuori è allo stesso modo importante. Il tema costante è il sentimento del /della fine riproposto in mille modi in un gioco al consumo che vive di opposti di pieni e di vuoti,di svelamenti e di occultamenti. L'ironia pervade ogni cosa ed ogni cosa non vuole spiegare niente ma lo spettatore inspiegabilmente è coinvolto in un gioco di rimandi assai stimolante di divertita e divertente teatralità.
Si conferma Drammaturgo oltremodo interessante Mariano Dammacco che per il Kismet di Bari allestisce in”Assedio” una specie di pastiche sulla figura archetipa dell'eroe qui rappresentato da un Achille,corroso dai dubbi. Un Achille,Edipo anche lui costretto a scegliere, stanco del ruolo affidatogli , vuole lasciare la guerra in cui è stato controvoglia coinvolto e approfitta dello screzio con Agamennone causato dal suo rapporto con Briseide per tentare di lasciare la battaglia.
Lo spettacolo coglie il nostro eroe in questo momento ed il testo di Dammacco soffuso di intelligente ironia entra in tutte le pieghe del personaggio per ridonarcene in chiave contemporanea le poche certezze e i moltissimi dubbi .
Stimolante anche l'intervento di Silvia Pasello che avendo come complice Snejanka Mihaylova reinventa lo spazio dell'intera struttura del teatro Solvay di Rosignano attraverso un gioco di luci ed ombre che coinvolge tutta la spoglia platea per una messa in scena appena accennata del Lear Scespiriano.Il pubblico sul palco è immerso in un 'atmosfera soffusa dove Cordelia smozzica il suo celebre monologo al padre.
Modi diversi di stare in scena ad “In Equilibrio” ,dalla narrazione impeccabile ma un poco accademica di Giovanni Battaglia a quella almeno per noi confessiamo” imperscrutabile “ di Maurizio Lupinelli che mette in scena un testo di Antonio Moresco alla danza di Anna MacRae che usando un manichino a sua immagine e somiglianza cerca di spiazzare lo sguardo dello spettatore.
Nuove vie si diceva,per alcuni ancora in salita come nella performance di Laboratorio Nove “Blues Balkan”pasticcio senza cuore di Andrea Camilletti o in”Antigone” di Narramondo dove ad un impianto scenico molto evocativo non corrisponde però una resa interpretativa omogenea degli interpreti , alcuni dei quali faticano assai a rendere epicamente le parole sofoclee.Comunque un azzardo positivo che merita una seconda prova. Infine assai interessante Caravankermesse di David Batignani e Natascia Curci dove pochi spettatori mirati sono accolti in un carrozzone da circo per assistere ad una storia d'amore struggente e melanconica. Gli spettatori divisi in due gruppi che non si incontrano mai assistono alla vicenda da punti diversi senza mai incontrarsi.Ben costruita tutta la parte all'interno del carrozzone molto generica ci pare quella esterna, performance comunque originale e stimolante.


Edopo Castiglioncello un tuffo non nel teatro ma nel cinema al “Giffoni filmfestival” giunto alla sua trentasettesima edizione e ad un successo davvero notevole Una piccola cittadina campana è diventata il centro non solo italiano del cinema per l'infanzia.,un miracolo costruito negli anni. E'stata edificata una vera cittadella del cinema che ospita i duemila bambini che formano le diverse giurie che scelgono i film migliori della rassegna e che discutono e parlano di cinema per dieci giorni. Bambini e ragazzi che provengono da tutto il mondo e che vengono ospitati dalle famiglie non solo di Giffoni ma anche dai paesi intorno,ospitati da famiglie che hanno ragazzi della stessa età. Ora il Giffoni film Festival si sta ampliando molto, ci sono collegamenti con l'America,si stanno costruendo studi di produzione e una cineteca. Di fianco al festival sono nate anche iniziative collaterali come una rassegna teatrale ed uno spazio per i concerti. Una realtà dunque importante ed in espansione quella del Giffoni Filmfestival che per alcuni aspetti ci ha però un poco inquetato, per quella sponsorizzazione totale che invade ogni cosa,per quel modo così adultodi vedere il cinema con tanto di passerella per i divi e show serale stile Mediaset..Ma forse è il prezzo che si deve pagare perchè tutto il resto possa essere possibile. Di buon livello i film che abbiamo visto, “Piccoli segreti” del regista lussemburghese Pol Cruchten e “Demandez la permission aux enfants” del francese Eric Civanyan.. Il primo ambientato negli anni sessanta in una piccola cittadina lussemburghese segue il cammino verso l'adolescenza di un ragazzo ,Norbi, contro i luoghi comuni del suo piccolo ambiente e le bigotterie di un'educazione cattolica stupida e opprimente. Assai divertente il film francese””Demandez la permission aux Enfants” che mette a confronto diverse famiglie con bambini difficili illustrandone in modo esilarante tutti i mezzi per risolvere le difficili dinamiche intercorse tra adulti e bambini. Più che un film sul bullismo o sull'educazione ci è parso proprio un film sull'infanzia,su questo mondo imperscrutabile dove sembra che tutto possa essere permesso e concesso. Nella sezione “Sguardi inqueti” con film dedicati all'infanzia ma che in qualche modo la visitano in modo problematico(e che quindi sono solo per adulti) abbiamo vista l'Opera Prima di Renato Giordano “Senza Amore”. .Pur non troppo originale nella forma e nei contenuti con echi visibili che vanno da Ozpetek a Capuano nel narrare una vicenda di pedofilia il film con delicatezza segue la vita di un uomo dalla difficile infanzia sino al riscatto nell'età adulta e al ricongiungimento con la madre che lo aveva “venduto”per soldi. Commovente il momento reale in sala del coming out operato dal ragazzo a cui il film si è ispirato,mentre ci è sembrato fuori luogo la dichiarazione del regista che affermava pur non richiesto candidamente che il film non era contro la famiglia.

Un piccolo paesino del Trentino, Dro fa da sfondo ad uno dei festival teatrali più interessanti del panorama italiano da oltre ven'anni,un festival curioso del nuovo, che vuole, e spesso ci riesce, inoltrarsi per cammini inesplorati precedendo mode, promuovendo giovani gruppi, compiendo retrospettive, portando gruppi stranieri ed italiani di danza,saggiando il polso del teatro di ricerca dunque in ogni sua forma ,tutto questo nell'intrigante ed inusitata sede di una centrale elettrica, Fies. Siamo stati testimoni quest'anno degli eventi spettacolari avvenuti negli ultimi cinque giorni del festival che si è tenuto dal 27 luglio al 5 agosto.
La nuova danza italiana è stata presente a Dro con due delle sue esponenti di punta, Paola Bianchi e Sonia Brunelli .Paola Bianchi in “Come Conigli”sceglie quattro luoghi della Centrale per muovere i suoi danzatori in altrettanti spazi chiusi,sono visioni preparatorie al nuovo spettacolo che si ispirerà alla serie dei numeri di Fibonacci e alla Sezione aurea, visioni diverse accomunate da una volontà liberatoria della danza che alla fine si manifesta in una bellissima immagine angelica di rara bellezza emozionale, mentre Sonia Brunelli immette sulla scena lei e le sue due compagne con una serie di movimenti che vogliono a fatica uscire dal gesto,una performance di grande sforzo interpretativo anche per lo spettatore ma che va incontro ad una danza a nostro avviso non banale e di sofferta visione. La retrospettiva qui curiosamente denominata “avanspettiva” è stata dedicata al “Teatro Clandestino” che ha presentato nuove performances, frammenti di parole ed oggetti , uno spettacolo di molti anni fa molto apprezzato come “L'idealista magico” ed il recente “Ossigeno”, una ricognizione dunque su uno dei gruppi più innovativi di questi ultimi anni. La compagnia emiliano romagnola in “Ossigeno” mette in scena per la prima volta in Italia l'omonimo testo del giovane autore russo Ivan Vyrypaev e lo fa inventando un vero e proprio album discografico composto da dieci pezzi che si ispirano ai comandamenti su una partitura elettronica originale di Pietro Babina cantata e recitata dal vivo con grande partecipazione ed intensità da Fiorenza Menni e Marco Cavalcoli mentre il corpo degli attori è come imprigionato da una cornice al neon. “Ossigeno” racconta la storia di Andrea e Andrea due giovani innamorati dei nostri tempi davanti alla consunzione degli ideali. Lo spettacolo si fa amare per la struttura e per la forza cimunicativa dei due interpreti ma alla lunga ci è parso ripetitivo e giocato su ritmi troppo eguali tra loro che alla fine scoraggiano non poco la partecipazione emotiva dello spettatore..

Un progetto molto intrigante è stato ” Hybirds-When art meets Porn” ,curato da Virginia Sommadossi che si è inoltrato attraverso lezioni,performances,installazioni spettacoli sul rapporto tra arte teatro e pornografia. Abbiamo assistito a curiose installazioni dove una vagina canta a squarciagola, a tavole imbandite in stile erotico lussurioso , ad un divertente porno karaoke ,a performance di simpatica e divertita demistificazione come quella di Antonio Tagliarini ad altre come “Corpo di reato”di Gerardo Lamattina,mutuata dalla Abramovic forse un po troppo algida. L'intervento più riuscito ci è sembrato “Real core “ di Sergio Messina dove l'autore presenta al pubblico per un' ora il mondo sommerso e incredibile del porno nel web dove persone normali, tanto simili a noi ,dunque, presentano il loro corpo in una sinfonia di immagini veramente inquietanti, pervase solo rare volte da un'autoironia convincente. Questa prima ricognizione del festival sul porno ci è sembrata necessaria ancorchè da registrare magari con interventi più articolati e 'cattivi ' ma ci sarà tempo per questo. Lo spettacolo che abbiamo più apprezzato è stato di gran lunga ” Hey Girl” di Romeo Castellucci confermando ancora una volta che la Societas Raffaello Sanzio sia. ancora al top del teatro di ricerca italiano.Difficile raccontarne i contenuti,la storia di una giornata di una ragazza dal suo risveglio consente a Castellucci ancora una volta una deformazione della realtà operata con i meccanismi meravigliosi che già conosciamo e con un gusto dell'immagine di rara sapienza emozionale

Il finale del festival è stato dedicato ad un riallestimento di uno spettacolo storico di Roberto Castello “Il Duca delle prugne,Varietà del piacere “sorta di varietà ,appunto, fatto di numeri di danza e di cabaret, con al centro un gioco curioso e agito tra tavoli da caffè dove si aggirano aitanti ragazze. .Il tema che pervade lo spettacolo è il piacere e il consumo.Alla fine del tutto però non riusciamo a comprendere come un danzatore di grande classe come Castello invece di donarci nuove coreografie rimetta in piedi uno spettacolo confuso e senza mordente.Per la verità ci ha poco interessato anche la performance di Rodrigo Garcia “2186” artista spagnolo che va per la maggiore nei festival italiani, qui a Dro in una prova minore.
Per tornare agli stranieri, bene “Stillen” di Lotte Van den Berg dove su un tappeto fatto di sapone diverse esistenze di età diverse si cercano ,quasi mai senza trovarsi in un silenzio rotto solo qualche volta da Chopin o da un lied di Schubert eseguiti dal vivo.

Fondamentale l'attenzione che il festival ha per i nuovi gruppi che nelle intenzioni di Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi dovrebbe essere ancora al centro dei prossimi anni, questa direzione quest'anno ci ha donato spettacoli di grande immediatezza e di lucida costruzione teatrale come quelli di Teodora Castellucci e di Francesca Grilli e come quelli di Teatro Sotterraneo, (anche qui molto apprezzato Post- it).In questa ottica sono stati presentati tre progetti vincitori si Scenario, “Desideranza “dei siciliani Teatrialchemici” ,” Made in Italy” del gruppo veronese Babilonia teatro che ha vinto il premio e “La timidezza delle ossa”di Pathosformel il promettentissimo gruppo veneziano che a Dro ha anche proposto “Volta” e di cui c'eravamo già occupati per Beckett&Puppet.
MARIO BIANCHI




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