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Eolo
recensioni
IL PREMIO CITTA' DEI BAMBINI VISTO DA ROSSELLA MARCHI
AL FESTIVAL ''I TEATRI DEL MONDO'' A PORTO SANT'ELPIDIO

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In una cornice calda e accogliente che profuma di pineta si è svolta la 33esima edizione del Premio Città dei Bambini di Porto Sant’Elpidio all’interno Festival internazionale di teatro per l’infanzia “I teatri del mondo”. Otto gli spettacoli che si sono avvicendati sui palchi delle belle location all’aperto del festival: “Pinocchio” del Teatro della Maruca, “La guerra dei bottoni” di Bam Bam Teatro, “Casa Romantika” di Catalyst, “Mettici il cuore” di Niina Theatre, “Mascherata universale” di Magazzini di fine millenio, “Nonnetti” di Coltelleria Einstein, “La bianca la rossa e la blu” di Alice Bossi e “Il gatto e la volpe…Aspettando Mangiafuoco”. I luoghi del festival sono stati i suggestivi Teatro del cielo e Teatro del mare nella pineta e poi Piazza Garibaldi nel centro del paese e la Torre dell’orologio, palco raccolto e molto suggestivo per gli spettacoli della sera. Una certezza di affidabilità e serietà anche quest’anno è stata data dalla giuria dei bambini, come sempre molto numerosa, che ha confermato l’importanza del punto di vista di coloro che sono i destinatari del teatro per l’infanzia. Vedere questo enorme gruppo di bambine e bambini in maglietta arancione correre da un teatro all’altro senza perdersi nemmeno uno spettacolo con penna e foglio in mano sentendo forte la responsabilità del sostenere il proprio punto di vista, ha davvero portato una ventata di ottimismo per il futuro. Quest’anno l’evento si è arricchito inoltre dell’incontro/dibattito tra le due giurie: quella degli esperti composta da Oberdan Cesanelli – Lagrù Ragazzi (Fermo), Valentina Brega – ATGTP , Veronica Olmi – Teatro Verde (Roma), Carlotta Tringali – AMAT (Ancona), Alfonso Cipolla – Istituto per i Beni Marionettistici e il Teatro Popolare (Torino), Fabio Scaramucci (Ortoteatro) e Rossella Marchi (Eolo Ragazzi, rivista di teatro ragazzi), e quella dei ragazzi. Sono emerse importanti suggestioni su cosa colpisce della messa in scena e cosa è importante che uno spettacolo contenga per essere efficace. Si è ragionato insieme di drammaturgia, di competenze degli attori e delle attrici, di stati d’animo creati dalla messa in scena e alla fine dell’incontro la giuria degli adulti ha potuto constatare di aver accolto dentro di sé per affinità tutti quei punti di vista. Molto numeroso anche il pubblico: ogni spettacolo andato in scena ha visto i teatri traboccanti di bambini e genitori confermando anche quest’anno come questa sia una manifestazione attesa dalla popolazione: una certezza di nutrienti attività ricreative per gli abitanti del paese e per i villeggianti.
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Non è stata particolarmente difficile la selezione del vincitore del Premio. Quest’anno infatti abbiamo ravvisato una particolare povertà drammaturgica, quasi una mancanza di urgenza nel voler raccontare una storia. Molti spettacoli inoltre sfociavano quasi nell’animazione, cercando nell’interazione s-forzata con il pubblico una scorciatoia per accattivarsene la benevolenza. Spesso carenti di soluzioni e di argomenti, sollecitando continuamente l’applauso a spettatori stremati, obbligando bambini e adulti a salire forzatamente, inutilmente sul palco abbracciandoli e richiedendo ed elargendo manifestazioni di affetto che svuotano di significato ogni gesto (come nel caso dello spettacolo dello spettacolo “Mettici il cuore” di Niina Theatre), molte delle compagnie che hanno partecipato al premio hanno dimostrato di non fare molta differenza tra il teatro e l’animazione. A nostro avviso, invece, la rottura della quarta parete deve avvenire in circostanze molto precise e se davvero è necessario e fondamentale per quello che si vuole raccontare. Tuttavia abbiamo trovato interessanti tre spettacoli, oltre quello vincitore all’unanimità “Nonnetti” della compagnia Coltelleria Einstein del quale rimandiamo alla recensione di Mario Bianchi al festival Giocateatro 2022. Il primo è “La guerra dei bottoni” di Bam Bam Teatro, compagnia veronese che ha ricevuto anche una menzione speciale da parte della giuria del premio. Lo spettacolo, tratto dal capolavoro di letteratura per ragazzi di Louis Pergaud, che vede in scena i bravi Lorenzo Bassotto, che firma anche la regia, e Roberto Maria Macchi, racconta della battaglia che s’innesca ogni anno all’inizio della scuola tra i bambini di Longeverne e quelli di Velrans. Una battaglia che vede come bottino bottoni, lacci di scarpe e cinghie di bretelle e cinture. La punizione che verrà dalla famiglia per la perdita di bottoni, lacci e cinghie sarà lo scopo vero delle schermaglie. Sono convincenti i due attori nel narrare gli episodi più significativi degli incontri bellicosi tra i bambini ma anche nel rievocare quasi con nostalgia le caratteristiche dei personaggi che fanno rivivere sul palco, senza mai scadere nello sdolcinato ma mantenendo sempre lo sguardo dell’adulto che ricerca quello del bambino che è stato. La scena è semplice e funzionale perché permette il cambio di ambientazione ma esattamente come potrebbe crearlo un bambino con sedie, corde, teli, scale e panchetti. Essendo la replica pomeridiana all’aperto, in questo spettacolo più che in altri, ci sono mancate le luci che avrebbero maggiormente aiutato la messa in scena che è stata comunque con/av-vincente.

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Il secondo spettacolo di cui vogliamo parlare è “Casa Romantika” della compagnia Catalyst di Barberino del Mugello. In scena Roman, clown e mimo, che su una buffa barchetta costruita con un carrello naufraga su di un’isola completamente ricoperta di oggetti di plastica rifiutati. Comincerà il suo viaggio nella ricostruzione di un mondo che trasforma quegli stessi oggetti rifiutati in nuovi oggetti utili. La sua esperienza sarà quindi un percorso di trasformazione anche per lo spettatore che vedrà cambiare un ambiente inizialmente senza senso per la quantità di oggetti buttati alla rinfusa, in un luogo in cui quegli stessi oggetti permettono alla storia stessa di compiersi. Il linguaggio clownesco e quello circense hanno sempre una corsia preferenziale nel parlare con il pubblico ed è bravo nella sua arte David Bianchi “Giulivo”, dinoccolato personaggio, perché nel suo essere errante mette diversi punti fermi che permettono ai bambini di divertirsi con lui, reiterando suoni e creando quindi un muto alfabeto condiviso. Se un appunto si può fare è forse sulla durata: a nostro avviso infatti lo spettacolo risulta essere troppo lungo per un pubblico dai 3 anni di età.
L’ultimo spettacolo di cui ci sentiamo di dare menzione è “Il gatto e la volpe… Aspettando Mangiafuoco” della compagnia Teatro del cerchio di Parma. Si tratta di uno spettacolo interessante che tesse la sua trama nel rapporto che si snoda tra il gatto e la volpe, celebri personaggi di Pinocchio, mentre attendono che arrivi Mangiafuoco ad offrir loro qualche possibilità non proprio onesta che gli permetta di guadagnare del denaro. Seduti sulla panchina al centro del quale si trova un alberello bonsai, i due bravi attori Mario Aroldi e Mario Mascitelli, rispettivamente il Gatto e la Volpe, trovano l’essenza del loro incontro, ricostruiscono i passaggi della loro amicizia nell’attesa che arrivi un Mangiafuoco che, in fondo si sa, non arriverà mai. E ripercorrendo quell’attesa intrisa di pienezza che richiama “Aspettando Godot”, scopriamo due personaggi che pensavamo di conoscere perché corsi e ripercorsi e che invece si animano al di là della loro relazione con Pinocchio: diventano protagonisti con un passato, un presente e delle idee sul futuro. E il nostro sguardo sul celebre racconto di Collodi si arricchisce: come potrebbe essere ora rileggere dell’incontro del Gatto e della Volpe con Pinocchio conoscendo l’anima, i sentimenti e le fragilità del Gatto e della Volpe?

ROSSELLA MARCHI



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