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'KANU' di PICCOLI IDILLI RECENSITO DAI BAMBINI
11 BAMBINI RECENSISCONO LO SPETTACOLO VISTO AL TEATRO SAN TEODORO DI CANTU'

Siamo 11 bambini ci chiamiamo Benedetta, Daniel, Sheddy, Greta, Eva, Martina, Sara, Beatrice, Valentino, Maria Letizia, Mattia. 

Domenica 27 febbraio, al Teatro Comunale San Teodoro di Cantù, abbiamo visto lo spettacolo Kanu della compagnia Piccoli Idilli, con Bintou Quattara e con le musiche dal vivo a cura di Ousmane Coulibaly (kora, gangan, voce) e Mamadeni Coulibaly (bara, calebasse, voce)

Queste sono le nostre impressioni:

E’ uno spettacolo che ci è piaciuto molto, lo consigliamo a tutti. Molto diverso dagli altri che abbiamo visto perché c’era tanta musica e danza. Certe volte parlavano africano ma noi riuscivamo a capire lo stesso perché l’attrice parlava molto anche con il corpo, e si faceva capire.
La storia era abbastanza fantastica, ma anche realistica: una vecchia ha un toro e il sultano lo vuole per sé. Quando cerca di ucciderlo il toro non muore perché è magico. Solo quando gli dice la vecchia di morire allora lui muore. Prima di morire la vecchia gli promette che dopo due giorni anche lei morirà così si troveranno in paradiso. Il sultano divide il toro in pezzi e lascia alla vecchia solo un pezzo di grasso. La vecchia è triste per la morte del toro perché ci è molto affezionata, ma poi il pezzo di grasso si trasforma in una ragazza bellissima e allora la vecchia non è più triste. La vecchia non andrà in paradiso con il toro perché quando conosce la ragazza bellissima lascia il passato e guarda il futuro. Diventa un pò come la sua mamma.
Il sultano si innamora della ragazza e la vuole. La vecchia gliela lascia però gli dice che la ragazza non deve stare al sole e nemmeno al caldo. La ragazza va a vivere con le altre mogli del sultano, che sono 27, e diventa la sua preferita. La vecchia preferita si arrabbia con lei perché lei non fa niente in casa. Allora la ragazza si mette a cucinare, si scioglie perché era di grasso, e si trasforma nel fiume Niger.
La cosa che ci è piaciuta di più è quando il sultano si è trasformato in ippopotamo per raggiungere la ragazza che si era trasformata in fiume. Lui voleva riprenderla e per farlo è entrato a vivere nel fiume con lei. La vecchia preferita del re si è trasformata in coccodrillo ed è andata anche lei nel fiume per stare con lui. 
Anche quando il pezzo di grasso del toro si è trasformato in ragazza è stato bello.
Sheddy:” A me è piaciuto tanto quando le mogli del sultano dicevano alla ragazza che non faceva niente in casa e lei ha deciso di far capire loro che era innocente cucinando e dimostrando così perché lei non poteva lavorare. Glielo ha fatto vedere anche se sapeva che si sarebbe sciolta.”
Tutti:” Ma è stato anche tanto triste.”
Ci ha fatto anche riflettere: se uno ama vuole che la persona che ama è felice, invece la vecchia preferita del sultano ha imbrogliato perché voleva tenere il sultano per lei: quando lui ha chiesto alle mogli perché la ragazza si era messa a cucinare lei gli ha detto che era stata la ragazza a decidere di farlo ma non gli ha detto che loro l'avevano sgridata. Quello è stato un momento di dispiacere.
Anche quando il toro è morto.
E’ stato triste che la vecchia ha detto al toro che sarebbe andata in paradiso con lui e invece non è andata, non ha mantenuto la promessa.
Ci è piaciuto tanto che ci hanno fatto cantare con loro. Abbiamo ripetuto mille volte Baraba, che vuol dire lavorare, mentre c’era la musica e si battevano le mani. Ci è piaciuto partecipare e lo rifaremmo.

Ci siamo anche divertiti a intervistare gli attori. Ecco la nostra intervista:

La storia che avete raccontato è un mito o una leggenda?
La nostra storia racconta di come nacque il fiume Niger, non specifichiamo se sia un mito o una leggenda, ci piace che la storia sia un po' magica, che si possa anche credere che sia successo veramente. Ma per essere precisi, quando una storia spiega come nasce qualcosa  (in questo caso il Niger), si dice con una parola un po' difficile: mito eziologico. 

Perché usate gli strumenti musicali?
La musica fa parte della nostra vita quotidiana, mischiando musica e racconto si entra in un'atmosfera ricca di emozioni. La musica racconta molto anche lei perché le emozioni sono universali e ci avvicinano.

Avete provato molto, e quanto tempo fa?
In realtà no, lo spettacolo è stato creato in poche settimane nel 2017. Ma prima di ogni replica si prova sempre un po'.

La storia in quale anno è ambientata?
Questa è una storia dei tempi antichi… 

Perché allora parlavate di mascherine, ciuccio e ciabatte?
Bella osservazione! Perché in quel momento del racconto abbiamo giocato e per fare capire bene cosa volevamo dire abbiamo fatto un ponte tra quell'antica cultura e la nostra.

Perché avete voluto parlare di amore?
Kanu è l'amore universale che coinvolge tutti. In Africa ci sono tante parole per definire l'amore: c'è l'amore per la mamma e il suo bambino, l'amore tra un uomo e una donna, l'amore di un nonno etc. 
Kanu è il grande abbraccio che unisce tutti questi tipi di amore, per noi è importante.

Qualche volta avete voglia di smettere di fare questo lavoro?
Può capitare che certe volte siamo stanchi, come quando voi non avete voglia di andare a scuola. Ma questo lavoro non lo cambieremmo mai.

Questo spettacolo lo avete fatto in tanti posti e in altre lingue?
Io sono francofona, parlo francese, e questo spettacolo lo recito sia in italiano che in francese. Lavoriamo molto in Svizzera. 

Chi vi ha raccontato questa storia?
Questa storia fa parte della mia cultura, la so da quando sono piccola, come per voi Cappuccetto Rosso, Cenerentola ...

Vi divertite a recitare questo spettacolo?
Certo, questo spettacolo si fa con il pubblico e il pubblico ha grande importanza per la riuscita. Ogni volta la partecipazione è diversa.
Oggi ci siamo molto divertiti perché voi avete partecipato molto.

Come si chiamano gli strumenti che usate?
La prima è la Kora è considerata l'arpa africana, lo strumento dei re perchè ha un suono delicato e veniva suonato nelle stanze dei re. Ha una cassa armonica fatta con una grande zucca coperta con una pelle di mucca o di antilope. In molti strumenti africani viene utilizzata la zucca. 

Il secondo è il Tama viene chiamato il tamburo parlante (talking drum) perché a seconda di come si suona può chiamare per una festa, un funerale o la guerra. Ha questa forma di clessidra e si mette sotto l'ascella. Se si preme il braccio cambia il suono. Solitamente lo usa il Griot quando canta o racconta.

Il terzo è il Bara uno strumento a percussione fatto con una grande zucca che non è commestibile è tipico del Burkina Faso

Il quarto è questo piccolo tamburo sempre fatto di zucca e con delle conchiglie appese all'esterno. Nella tradizione viene usato dalle donne durante i matrimoni per coccolare la sposa.











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