
IL REPORT DI VIMERCATE RAGAZZI FESTIVAL 2021
A CURA DI MARIO BIANCHI CON INTERVENTI DI ELENA CHIARAVALLI E GORGIO SCARAMUZZINO
Guarda le foto di Massimo Bertoni
Per tre giorni la cittadina alle porte di Milana Vimercate è stata popolata, non solo da spettacoli dedicati a ragazzi e ragazze, ma anche da passeggiate teatrali, installazioni artistiche, performance itineranti con le caratteristiche cuffiette, in sintonia con il periodo che stiamo vivendo che hanno animato le vie, le piazze, i parchi, i cortili e le splendide ville storiche del paese.
Il festival è stato inaugurato da una nuova formazione, “il Teatro Bandito” composta da 5 elementi : Matteo Curatella, Guillaume Hotz, Monica Vignetti, Dadde Visconti, Francesca Zoccarato, che hanno raggruppato le loro specifiche tecniche teatrali, circensi e di teatro di figura, costruendo una vera e propria arena che ha invaso allegramente il parco davanti alla villa Sottocasa.
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Al Festival abbiamo rivisto, con grande piacere,questa volta dal vero, dopo averlo visto in streaming, “Esercizi di Fantastica” della storica compagnia di Danza Sosta Palmizi, capitanata dal maestro Giorgio Rossi, con in scena Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti che hanno creato, attraverso un divertente e soppiettante reiterato mix di teatro danza, un gioioso omaggio a Rodari. In scena vediamo tre personaggi grigi, amorfi, prigionieri di un meccanismo prestabilito, sempre uguale a se stesso, con lo sguardo sempre rivolto ai loro telefonini, interrotto da una piccola farfalla che distruggerà quell'atmosfera funerea, aiutandoli a farli volare verso nuovi mondi in un continuo gioco teso a liberare i corpi e le menti. Anche il duttile spazio, in cui si erano mossi sino ad allora, si libera colorandosi come i performer di tutti i colori del mondo. E tutto è merito della danza, capace di questo miracolo, adattandosi a musiche sempre diverse, persino a un simpaticissimo yodel. Un esempio significativo come la Danza possa uscire dalla nicchia dove spesso è rinchiusa per diventare, come del resto è, un linguaggio universale, comprensibile da tutti, come i due premi assegnati allo spettacolo dimostra.
In Mio nonno e il mulo, ancora in studio, ma capace già di immergere gli spettatori in una storia di altri tempi, Giuseppe Semeraro con l'amorevole e prezioso sguardo di Paola Leone, ispirandosi al racconto “La strada” di V. Grossman, racconta invece di un bambino e del suo amato mulo che devono fare i conti con una guerra davvero freddissima e crudele che li dividerà. Ma è soprattutto del mulo che seguiamo le peripezie da una terra all'altra, diversissime tra loro, fino in Russia dove, forse, ma lo speriamo, si potranno ritrovare. Ma è nella memoria del Nonno che tutto questo rivive, un nonno cieco e mutilato di cui in scena giganteggia il ritratto, perchè nelle storie di Semeraro, come sappiamo, spesso arte e vita si confondono.
Ci è anche piaciuta molto la performance di Antonio Panzuto “ Omero Iliade” il gioco della forza,durante la quale l'artista veneto non pronuncia verbo lasciando il racconto e l'emozione dei fatti
alla classe IIB della Scuola Elementare Giovanni XXIII di Padova e alla Voce recitante di Rosario Donnagelo. Ma sono soprattutto le immagini lignee che Panzuto crea e muove, man mano e a vista, sul palcoscenico a farci immaginare Troia in fiamme, le navi e lo scontro tra i tanti eroi che popolano uno dei due capolavori del poeta cieco. Un teatro visivo, unico forse nel suo genere nel nostro paese, frutto di una ricerca quarantennale che abbiamo sempre seguito con attenzione.
ABBIAMO CHIESTO A GIORGIO SCARAMUZZINO DI DARCI UN SUO SGUARDO SULLO SPETTACOLO ITINERANTE DI DELLE ALI
A CURA DI MARIO BIANCHI CON INTERVENTI DI ELENA CHIARAVALLI E GORGIO SCARAMUZZINO
Guarda le foto di Massimo Bertoni
Dal 9 all'11 luglio 2021 si è svolta nella cittadina alle porte di Milano la nuova edizione del Vimercate teatro ragazzi Festival, la rassegna nazionale di teatro per le nuove generazioni, che per la quinta volta è stata organizzata da Teatro Invito, Campsirago Residenza e Delle Ali. La manifestazione che ha raccolto l’eredità di “ Una città per gioco” lo storico festival, ideato e organizzato dalla cooperativa Tangram, che per 25 anni ha ospitato centinaia di spettacoli, segnando in modo indelebile la storia del Teatro ragazzi italiano.
Un festival organizzato completamente all'aperto con 15 compagnie per 25 repliche e che quest'anno è stato caratterizzato anche da una novità : il Premio Città di Vimercate per il miglior spettacolo assegnato da una giuria apposita di esperti a cui è stato aggiunto anche un altro premio assegnato dalla giuria popolare degli spettatori.Per tre giorni la cittadina alle porte di Milana Vimercate è stata popolata, non solo da spettacoli dedicati a ragazzi e ragazze, ma anche da passeggiate teatrali, installazioni artistiche, performance itineranti con le caratteristiche cuffiette, in sintonia con il periodo che stiamo vivendo che hanno animato le vie, le piazze, i parchi, i cortili e le splendide ville storiche del paese.
Il festival è stato inaugurato da una nuova formazione, “il Teatro Bandito” composta da 5 elementi : Matteo Curatella, Guillaume Hotz, Monica Vignetti, Dadde Visconti, Francesca Zoccarato, che hanno raggruppato le loro specifiche tecniche teatrali, circensi e di teatro di figura, costruendo una vera e propria arena che ha invaso allegramente il parco davanti alla villa Sottocasa.
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Un 'ottima edizione del Festival, caratterizzata da performance assai inusuali e diverse tra loro dalla storica l'installazione itinerante “ L'autogrill degli uccellini “, le Straordinarie Avventure di un Aspirante Ornitologo del Teatro del Sole, in cui Antonio Rota nella natura ha condotto i bambini alla scoperta dello straordinario mondo degli uccelli a “ Steli” , il davvero affascinante intervento urbano della compagnia torinese Stalker, realizzato in collaborazione con il Dipartimento Educazione del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, un vero immaginifico ponte tra arte visiva e performing art, che attraverso l'intervento diretto degli spettatori, crea un coloratissimo percorso di steli in cui poco dopo immergersi gioisamente. Ecco poi "Wooow ! "dove Andrea Bochicchio e Teresa Bruno, muniti di un marchingegno( Due fari di una vespa, un manubrio di un motorino elettrico, un tapis roulant in movimento, luci e meccanismi magici)che li fa percorrere tutta la città creano uno spettacolo comico surreale senza parole capace di illuminare il sorriso,soprattutto dei bambini e il laboratorio di ABC Allegra Brigata Cinematica “ Link-ti infili con me", legato. è il caso di dire, al significativo spettacolo di Danza che abbiamo visto a Bologna con Sarena Marossi e Alessandro Nosotti.
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A Vimercate è arrivato, anche il Barbone teatrale Ippolito Chiarello, da dove simbolicamente era partito 10 anni fa per il suo giro intorno al mondo per portare il Verbo del Teatro, con “Un cuore a Pedali” come sia importante viaggiare, anche standosene seduti ad ascoltarlo. Ora è diventato Caporaso da Olivotti ( la performance è liberamente ispirata al libro: “Appunti di Geofantastica” di Gianluca Caporaso e Sergio Olivotti – Editore Lavieri) esploratore di professione, sempre in cammino, in bicicletta e con tutto l’occorrente addosso, capace di carpire le storie più intime e segrete delle città che attraversa e di ricostruire, con esse, una geografia fantastica quanto illuminante che ha i suoi comandamenti che esprime interagendo con il suo pubblico: Se sogni una città sai che quella città esiste davvero.Se inventi una città devi ospitare chi desidera abitarla.Se non ti perdi nelle città non le impari mai.Onora, con applausi clamorosi, il bacio in festa degli sposi. Racconta le storie perché così si creano i legami.Celebra col silenzio l’amore tra una farfalla e il suo lampione.Non dimenticare di salutare la luna e accarezzare un fiore.Tieni le porte aperte allo straniero, perché la vita è un viaggio. Fai giocare i bambini, perché “la vita è un fanciullo che gioca” Ascolta i poeti, perché loro conoscono il cammino. E ora da Vimercate da cui ha imparato parole e storie nuove il Nostro Barbone è pronto a nuovi viaggi.
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Al Festival abbiamo rivisto, con grande piacere,questa volta dal vero, dopo averlo visto in streaming, “Esercizi di Fantastica” della storica compagnia di Danza Sosta Palmizi, capitanata dal maestro Giorgio Rossi, con in scena Elisa Canessa, Federico Dimitri e Francesco Manenti che hanno creato, attraverso un divertente e soppiettante reiterato mix di teatro danza, un gioioso omaggio a Rodari. In scena vediamo tre personaggi grigi, amorfi, prigionieri di un meccanismo prestabilito, sempre uguale a se stesso, con lo sguardo sempre rivolto ai loro telefonini, interrotto da una piccola farfalla che distruggerà quell'atmosfera funerea, aiutandoli a farli volare verso nuovi mondi in un continuo gioco teso a liberare i corpi e le menti. Anche il duttile spazio, in cui si erano mossi sino ad allora, si libera colorandosi come i performer di tutti i colori del mondo. E tutto è merito della danza, capace di questo miracolo, adattandosi a musiche sempre diverse, persino a un simpaticissimo yodel. Un esempio significativo come la Danza possa uscire dalla nicchia dove spesso è rinchiusa per diventare, come del resto è, un linguaggio universale, comprensibile da tutti, come i due premi assegnati allo spettacolo dimostra.
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Al Festival ci è piaciuto molto rivedere dopo parecchio tempo “Pesche miracolose “, giustamente uno degli antichi cavalli di battaglia, di Luca Radaelli di Teatro Invito, da lui scritto e interpretato, che ci trasporta nella sua città, Lecco, durante gli anni della Resistenza e ce li fa assaporare, soprattutto attraverso gli occhi di due ragazzi che si affacciano alla vita adulta. È uno dei due, ormai anziano, che in prima persona ci narra quei tempi che nel suo ricordo acquistano un sapore quasi mitico, ora approfondito dalla convinzione che furono momenti sia di formazione individuale, sia di quella di un paese che stava uscendo da un momento buio per rivedere la luce di una vita finalmente civile. Nel suo ricordo, il rumore le corse con i compagni d'avventura, il rombo degli aerei nemici, e la conoscenza della vita partigiana si mescolano con una pesca davvero miracolosa, affidata alla dinamite che gettata quasi per gioco nell’acqua favoriva la moria di pesci, tutti pronti per uno stomaco poco avvezzo al cibo.
La narrazione di Radaelli, anche impastata con un dialetto che la rende ancora più vivida, si mescola con le musiche del periodo, che ne approfondiscono le ragioni e le emozioni, affidate alla Tecnica, impostata da una solerte Elena Scolari.
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Tornano alla grande Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola di Coltelleria Einstein su regia di Valerio Bongiorno con uno spettacolo che parla di vecchiaia in “ Nonnetti “ portandolo in scena con estremo pudore, intensità e leggerezza, in cui il comico si sposa con la melanconia per riconsegnarci la giornata tipo di una coppia di anziani. Lui è veloce, lei è lenta, lui è rumoroso, lei è silenziosa, lui fa le briciole e lei no. Ne scrutiamo la parsimoniosa colazione, gli esercizi fisici per sgranchire le gambe e le braccia ormai avvizziti, gli improperi di una vicina bisbetica, l’arrivo di un nipote molto esigente, ma soprattutto il tenerissimo amore, imbevuto anche di piccole baruffe e incomprensioni, come è giusto che sia, che ciascun protagonista usa per stupire l’altro. Vi è un gioco lieve di emozioni che serve anche per divertirsi alle spalle dell’altro, consapevoli che resteranno sempre insieme dopo tutto. Uno spettacolo fatto di pochissime parole e di piccoli gesti, di musica quella che ci vuole, sempre significanti, che rimandano al cinema muto ma anche alla poesia di Jaques Tatì : un piccolo gioiello che può essere gustato da ogni tipo di pubblico .
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In " Lingua Matrigna” Marinella Anaclerio de La Compagnia del Sole, attraverso la bella prova di attrice di Patrizia Labianca, ci fa raccontare la tormentata storia di Agota Kristof, una scrittrice che abbiamo imparato ad amare per merito di un bellissimo struggente libro” Trilogia della città di K”. Di Agota seguiamo tutte le tappe della vita, la nascita in Ungheria nel 1935, la sua entrata in collegio a 14 anni e l'emigrazione dalla sua terra natale. Nel 1956 lascia infatti clandestinamente l’Ungheria, costretta ad abbandonare la sua Patria, insieme al marito e figlia neonata, quando l’Armata rossa la invade per rifugiarsi in Svizzera. L'attrice ci racconta,in prima persona, la sua lotta commovente contro il freddo, la povertà, la sofferenza, la fame, la solitudine. ma soprattutto sottolinea il suo doversi adattare ogni volta a una lingua diversa “ come spiegare senza offendere, e con le poche parole che so di francese, che la Svizzera non è altro che un Deserto, per noi rifugiati, un deserto che dobbiamo attraversare per giungere a quella che chiamiamo “ integrazione”, “assimilazione”?. …..sono tornata analfabeta. Io che leggevo già a quattro anni. [...]All’età di ventisette anni mi iscrivo ai corsi estivi dell’Università di Neuchàtel, per imparare a leggere.” Agota scrive in francese al pubblico che la legge, ormai famosa, per ricordarsi di quanta strada ha percorso prima di avere la gratificazione di vedere le proprie opere tradotte da altri in tutto il mondo. E decide di farlo proprio in quella lingua, che così tanto prima aveva detestato: “leggere e scrivere è, per lei, “una malattia”, un bisogno impellente. “ questa lingua, il francese, non l’ho scelta io. Mi è stata imposta dal caso, dalle circostanze. So che non riuscirò mai a scrivere come scrivono gli scrittori francesi di nascita. Ma scriverò come meglio potrò. È una sfida. La sfida di un Analfabeta.” Le parole della Kristof adattate ad un' inflessione particolare che ne sottolineno la diversità, mai artefatta, rimbalzano in “ Lingua matrigna” sugli spettatori in modo quasi asettico, come è d'altronde il suo scrivere, lasciando parlare i fatti a cui le musiche scelte danno ulteriormente spessore, raccontando davvero una vita che più straordinaria non si può.-------------------------------
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alla classe IIB della Scuola Elementare Giovanni XXIII di Padova e alla Voce recitante di Rosario Donnagelo. Ma sono soprattutto le immagini lignee che Panzuto crea e muove, man mano e a vista, sul palcoscenico a farci immaginare Troia in fiamme, le navi e lo scontro tra i tanti eroi che popolano uno dei due capolavori del poeta cieco. Un teatro visivo, unico forse nel suo genere nel nostro paese, frutto di una ricerca quarantennale che abbiamo sempre seguito con attenzione.
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Un altro spettacolo che abbiamo molto apprezzato è stato “Il gatto con gli stivali” di Campsirago Residenza, drammaturgia e regia di Marco Ferro con in scena la multiforme e bravissima Soledad Nicolazzi , la scenografia e i costumi di Stefania Coretti e le musiche di Luca Maria Baldini. Dopo averci regalato una particolarissima versione creata apposta per il Web, Marco Ferro di Riserva Canini per Campsirago Residenza rimodula una versione assai intrigante della celebre fiaba, attingendola ancora dal “Pentamerone” di Giambattista Basile, ambientandola in una discarica dove la protagonista è una gatta che si muove tra oggetti d'accatto e cassette di legno ammuffite, correndo in aiuto del suo povero padrone, Pippo, che qui prende le forme di un berretto. Sono infatti degli oggetti a essere protagonisti dello spettacolo, oggetti umili che possiamo trovare in una misera discarica, ma anche nobili come un guanto da cerimonia che ovviamente diventerà cn l'incanto che il teatro di figura in sé possiede una gatta scaltra ed intelligente.Poi una dentiera consumata, spazzolini da buttare; stivaletti rossi spaiati, prendno vita per raccontarci l'ascesa del nostro Pippo per conquistare una principessa rappresentata da una cuffia e da suo padre, una dentiera consumata : mentre le semplici cassette diventano magioni patrizie e castelli incantati. Il Tutto collegato in modo significativo con l'apparato muscale di Luca Maria Baldini, che sottolinea i vari passaggi della storia, amplificandone il senso e la portata.
MARIO BIANCHI
Della partita a Vimercate erano anche i torinesi di Tedaca' in "Stavolta e mai più" ma un furioso temporale ci ha privato del loro spettacolo, sarà per la prossima volta!
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ABBIAMO CHIESTO A GIORGIO SCARAMUZZINO DI DARCI UN SUO SGUARDO SULLO SPETTACOLO ITINERANTE DI DELLE ALI
Chi è abituato a frequentare il Festival di Vimmercate sa che ad ogni edizioni viene presentato almeno uno spettacolo nel bellissimo parco di Villa Sottocasa. Un parco che per i suoi spazi e per la varietà della flora si presta naturalmente ad ospitare percorsi ed eventi teatrali.In questa edizione, tra le altre, abbiamo potuto assistere alla proposta di dell’Aliteatro, che è stata anche una delle tre compagnie organizzatrici del Festival. Più che un vero e proprio spettacolo, si tratta di una passeggiata, rivolta al pubblico delle famiglie con bambini dai 5 anni, che attraversando i prati e le radure, cerca di stimolare i sensi e solleticare la meraviglia. Un gioco “del perdersi e dello stupirsi, ma anche dell’avere fiducia e dell’avere cura”, come si legge nella scheda. Allora è bello perdersi bendati tra le fronde di un abete accompagnati dal suono di strani e affascinanti strumenti ( suonati dal vivo), o accarezzare i fusti di bambù nella foresta delle “radici serpenti”. Come è altrettanto bello con uno specchio appoggiato al naso , camminare tra le nuvole o vedere attraverso un cannocchiale magico il mondo moltiplicarsi per mille. Un percorso che attraverso la parola poetica di Giada Balestrini, che firma anche la regia, cerca di farci conoscere sensazioni e emozioni spesso assopite. Ho visto molte facce contente e qualche distrazione del pubblico nella parte poetica finale. Nel complesso penso che possa essere una buona scelta adattabile in diversi spazi all’aperto.
GIORGIO SCARAMUZZINO
E
A ELENA CHIARAVALLI DI TEATRO PAN IL SUO SU IDEDALO
"IDedalo" di Karakorum Teatro e MaMiMò, percorso transmediale, come viene
presentato dalle Compagnie, che invita ad entrare nel labirinto, in
quello che ci costringe, ci delimita, per andare oltre. Attiva il
cellulare, scarica la app... L'inizio si presenta tecnologico, freddo e
crea qualche disagio, perlomeno ai meno giovani e poco informatici. Dopo
la presentazione di un personaggio surreale che invita ad andare oltre
le abitudini, il percorso individuale inizia ... metti le cuffiette e
scegli la tua via tra le tre proposte: bellezza, coraggio e giustizia.
Una musica avvolgente e una voce accattivante, suadente portano
direttamente e naturalmente in uno spazio-tempo diverso per raggiungere
tappe nelle quali si sarà chiamati a fare delle scelte o dare delle
risposte e avanzare così nel percorso. Camminando, mi immergo
nell'ascolto, affidandomi forse più alle atmosfere che alla comprensione
più razionale delle parole, estraniandomi il più possibile da movimenti
e accadimenti esterni, modalità che realizzo essere fondamentale per la
realizzazione dell'esperienza. E di fatto e con sorpresa, mi ritrovo a
vivere intimamente un'esperienza personale legata al tema della via da
me scelta, il coraggio. La fine del percorso invita a raccontarsi ed è
qui che si ritorna alla materia, a foglio e penna per consegnare il proprio vissuto ad altri sconosciuti. Nel mio vivere questa esperienza,
per la necessità che ho percepito di un'estraniazione da tutto ciò che
può essere accanto disturbante, ho trovato di grande aiuto che si sia
sviluppata all'interno di uno spazio naturale e silenzioso. Dalla
tecnologia, al vissuto, al foglio di carta, rifarei con piacere e
curiosità questo percorso seguendo altre vie e in altri luoghi.
ELENA CHIARAVALLI
La giuria di esperti ha deciso di conferire ex equo il Premio città di Vimercate agli spettacoli:
- “ESERCIZI DI FANTASTICA”di Sosta Palmizi
- “NONNETTI” della compagnia Coltelleria Einstein
La giuria popolare ha deciso di conferire il Premio città di Vimercate allo spettacolo:
- “ESERCIZI DI FANTASTICA” della Associazione Sosta Palmizi.

