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Eolo
recensioni
ARRIVANO DAL MARE 2021
IL REPORT DI EOLO

Sono ben 46 anni che, tra Cervia,Gambettola e Ravenna, si rinnova ogni anno l'appuntamento con “Arrivano dal Mare”, lo storico Festival di Teatro di figura, più longevo d'Italia e che seguiamo assiduamente da quasi quaranta.
Anche l'edizione 2021 del Festival, nonostante le grandi difficoltà dovute alla Pandemia ancora in corso, ha voluto caparbiamente esserci e soprattutto dal vivo col suo ricchissimo cartellone di spettacoli, mostre e incontri animati, un'edizione che non poteva non essere che dedicata a Dante e alle celebrazioni per il settimo centenario della morte. E'noi siamo stati molto contenti di esserci stati, ancora una volta, per testimoniare la voglia appassionata di artisti e spettatori di ritornare a vivere insieme il Teatro.
E così Burattini, marionette, pupi, silhouette, fantocci, pupazzi sono stati per 6 giorni dal 21 al 26 maggio a Ravenna protagonisti, per la maggior parte delle iniziative messe in campo, di un viaggio immaginifico e surreale intorno alla figura del Divin poeta, che ivi riposa e alla sua opera più grande, la Divina Commedia.
Gli spettacoli, gli incontri e le mostre, organizzati impeccabilmente dalla Famiglia Monticelli del Teatro del Drago,coordinata dall'infaticabile tessitrice di relazioni Roberta Colombo, si sono sviluppati attraverso molti luoghi della città romagnola : il Teatro Rasi e Artificerie Almagiá, i Giardini Pubblici, il MAR – Museo d’Arte della Città di Ravenna, la Biblioteca Classense, Palazzo Rasponi delle Teste e il Museo La casa delle Marionette.

Due le Mostre allestite, quella ambientata nel Chiostro della Biblioteca Classense,
 dedicata alle fantasmagoriche maschere infernali di Giorgio De Marchi e agli immaginifici burattini di Maurizio Gioco, in relazione a Dante e ai suoi personaggi e una seconda, dedicata all'indimenticabile figura di Maria Signorelli, che in tempi non sospetti gli aveva dedicato un encomiabile progetto, che abbiamo rivissuto addirittura attraverso un documentario.
Emozionante tra tutto è stato il racconto della figlia di Maria Signorelli, Giuseppina Volpicelli, che ha ricordato con aneddoti meravigliosi tutta la vera epopea della sua incredibile famiglia. Andando indietro nel tempo siamo stati a contatto con alcuni tra i maggiori intellettuali del Novecento : sono stati ricordati tra gli altri Marinetti, Bragaglia, Diaghilev, Larionov e Concarova, Eleonora Duse, personaggi che hanno attraversato la vita della famiglia .

E poi Burattini, provenienti da ogni parte di Italia, hanno invaso le piazze e i giardini della città, dal piemontese Marco Grilli con il suo Gianduia a Vladimiro Strinati con “Nonna e volpe” in cui si intravede la poesia surreale di Danilo Conti, al bravissimo Mattia Zecchi e al maestro varesino Walter Broggini, il primo con il suo cavallo di battaglia “Il Rapimento della Principessa Gisella “ il secondo con con il suo intramontabile “Pirù Pirù”. Ma della partita sono stati anche i padroni di casa del Teatro del Drago, la famiglia Monticelli e il maestrissimo Romano Danielli, che con Mattia Zecchi ne la “Pavironica Commedia” ha tradottom in un misto di dialetti emiliano romagnoli, i primi tre canti della Divina Commedia, alla maniera di Sandrone. Giustamente poi è stato onorato il napoletano Salvatore Gatto che con le sue Guarratelle ha festeggiato i 500 anni di Pulcinella.
Molto interessante in questo caso per noi rivedere i topoi più famosi delle Guarratelle, la lotta di Pulcinella col cane, quella con la Morte e l'esilarante tentativo del protagonista di infilare nella bara il suo antagonista Pasquale, dopo Gaspare Nasuto e Bruno Leone, vederlirappresentati anche questo grande interprete pulcinellesco che, come sua usanza, ha terminato la sua esibizione, suonando in consonanza con il pubblico:una meravglia dove il ritmo regna assoluto per uno spettacolo veramente encomiabile.

Ma tutte le forme del Teatro di figura sono state contemplate dal Festival: dalle Marionette robotiche di Coppelia Theatre per un singolare omaggio all'Alighieri al Collettivo femminile Lidelab che, attraverso una performance di un pupazzo, ombre e una danzatrice, combina, riverberando “ Le mille e una notte” un coraggioso pamphlet contro la violenza alle donne.


Abbiamo rivisto anche con piacere “Talita Kum “di Riserva Canini/Campsirago Residenza, dove nello spettacolo, protagonista è lo sguardo dello spettatore che non comprende mai sino alla fine cosa veramente ha davanti : un personaggio,due persone, una marionetta , in un gioco teatrale di grande raffinatezza dove Valeria Sacco fornisce una prova maiuscola di attrice, non attrice, animatrice, non animatrice, di forte virtuosismo mai fine a sè stesso.

Al Festival era presente, nonostante la guerra purtroppo in corso, l'artista israeliana Yael Rasooly 
con il suo must “Paper Cut,” in cui interpreta una inappuntabile segretaria che, rimasta sola in ufficio, alle prese con un capo insopportabile, attraverso fotografie, prese da vecchie riviste di cinema, crea una sua realtà illusoria dove perdersi,rifugiandosi in un mondo di sogni ad occhi aperti. Tra momenti romantici e altri pervasi di paura ci inoltriamo in alcune pellicole cult da “Rebecca a Notorius ad Angoscia”. Nello spettacolo, complice un minuscolo tavolino, si fondono linguaggi diversi: teatro di figura, recitazione, canto, teatro d'oggetti,dove l'attrice, impersonificandosi in alcune leggende della canzone riesce anche a destreggiarsi tra Edith Piaf e Liza Minelli,cantando in modo appropriato.

Eccoci poi a una coproduzione tra Il Teatro del Drago e la Compagnia Drammatico Vegetale “InfernoParadiso” con la regia comune di Piero Fenati e Andrea Monticelli, con in scena 4 performer, Mariasole Brusa, Camilla Lopez, Flaminia Pasquini Ferretti e Gianluca Palma che, accompagnati dalla voce del piccolo Morgan Bonoli,sulle musiche di Matteo Ramon Arevalos, imbastiscono un piacevole gioco degli opposti, partendo da un grande foglio di carta ripiegato che, a seconda di come viene posto, fa apparire il rosso dell’inferno o l’azzurro del paradiso.
Lo spettacolo almeno per una volta non vuole raccontare Dante ma guidare lo sguardo dello spettatore nella scoperta dei sentimenti e delle emozioni della Commedia di Dante: paura, amore,superbia, desiderio,gioia . Il finale poi è dedicato all’incanto del settimo cielo, creato con dei semplicissimi grandi ventagli bianchi.
Il gioco degli attori è condotto in un ambiente scenografico di raffinata eleganza ma pur apprezzando, come già rimarcato l'idea di non fare il bigino del poema dantesco, soffermandosi piuttosto sulle suggestioni emotive che lo plasmano, ci sembra che lo spettacolo possa ulteriormente approfondire queste caratteristiche, uscendo dal semplice gioco degli opposti per addentrarsi in una materia che, almeno per noi, avrebbe bisogno di un fuoco creativo più inventivo, che il teatro di figura, e non solo quello, potrebbe regalare.

“Arrivano dal Mare” ha poi ospitato altri spettacoli “ Dante 3021”, della compagnia All’InCirco, il curioso “Divina Commedia al Bar” della Compagnia aretina NATA Teatro, in cui Livio Vaenti, accompagnato musicalmente da Lorenzo Bachini, conduce gli spettatori tra riverberi passati e presenti, in modo giocoso e poeticamente sensibile all'interno dell'immaginario dantesco, cercando di renderlo fruibile ad ogni tipo di pubblico. Verso la fine del Festival poi Luca Radaelli di Teatro Invito ha regalato il suo storico “Macbeth Banquet” in cui l'attore lecchese entra ed esce dalle varie parti che il testo gli affida., interpretando una specie di clown cuoco che racconta a modo suo il famoso testo scespiriano. E al bardo inglese si ispira anche “Bitols, Piccola avventura di un cuore a Venezia di ECG” piccolo, inventivo corto di Teatro su Nero, visto all'interno del progetto Cantiere di 15 minuti, ispirato al Mercante di Venezia e ambientato in macelleria. La libbra di Carne, chiesta da Schylock ad Antonio per risarcirlo dei suoi beni materiali perduti, diventa ,attraverso un incombente coltello, la metafora del parallelo tra denaro e senso di umanità che dovrebbe essere innato in ogni essere umano. Al Festival sono stati anche presentati altri 3 progetti ancora in fieri.all'interno dell'iniziativa ,nata per iniziativa del Festival “Incanti “.
Tra i numerosi incontri organizzati il festival ha ospitato anche alcuni incontri animati di carattere nazionale che si sono tenuti presso la Sala Martini del Mar, come la presentazione di ReteFì, la prima rete regionale che unisce tutti i musei di Teatro di Figura dell’Emilia Romagna ; Idee in circolo: la forma è sostanza?, organizzato dal centro nazionale Unima Italia ; ANIMATERIA – Terza edizione e Il Mestiere del Burattinaio ; la conferenza stampa del progetto" La radicalità gentile" di Parma Capitale della Cultura 2020+21 di Stefano Giunchi .Nel ricco programma erano anche previsti incontri con la Famiglia Cuticchio, le Mrionette dei Colla e la Famiglia Monticelli.
Sempre presso la sala Martini del Mar è stato proiettato il documentario “Anche le case hanno un’anima”, viaggio in sei episodi alla scoperta dell’abitazione romana e della vita dell’artista Maria Signorelli, ideato e girato dalle figlie Giuseppina e Maria Letizia. Ed ora siamo in attesa del programma della sezione del Festival che si terrà a Ottobre a Gambettola.

MARIO BIANCHI














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