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Eolo
recensioni
SEGNI 2020: IL REPORT VIRTUALE DI EOLO
SALTABECCANDO NELLA PANCIA DELLA BALENA

Recentemente vi abbiamo fatto un resoconto, attraverso le parole della sua direttrice artistica Cristina Cazzola,dell'ultima edizione di SEGNI D'INFANZIA o, come da qualche anno è stato ridefinito, SEGNI NEW GENERATIONS FESTIVAL che si è svolto on line a causa della pandemia in corso.
Questa anomala edizione del Festival che si è tenuta dal 31 ottobre all’8 novembre si è irradiata così da Mantova verso tutto il mondo esterno, consentendo, attraverso una piattaforma digitale SEGNI IN ONDA, di accedere liberamente sino al 30 Novembre a un ricco calendario di spettacoli, interviste agli artisti, laboratori, podcast e radio digitale, spazi di dibattito, eventi e percorsi guidati diversificati per fasce d’età.
Così dalla pancia della Balena, animale totem della quindicesima edizione del festival,disegnata per l'occasione da Vinicio Capossela, abbiamo potuto esplorare una Mantova immaginaria, ma ben presente , in cui è stato possibile accedere in versione virtuale a moltissimi accadimenti avvenuti dal vivo, dislocati in diversi luoghi della città ( Teatro Bibiena, Sala delle Capriate, Teatro Ariston, Spazio Oberdan, Broletto, Gradaro, Loggia del Grano, Santa Lucia) ma anche ai podcast de “La Voce della balena” attraverso i quali abbiamo ripercorso quindici anni di festival, fino alle sezioni “Pillole di resilienza” e “La voce di Geppetto”, dedicate a insegnati e genitori, con interviste a operatori culturali, che hanno fornito strumenti per la crescita di grandi e piccini, adatti a questi tempi difficili.
Così anche noi di Eolo, che seguiamo il Festival fin dai suoi primordi, abbiamo potuto anche vedere molti degli spettacoli presenti, saltabeccando di qua e di là per il web, per assistere a nuove creazioni, per rivederne di vecchie, non perdendo così il polso sulla situazione del teatro ragazzi in italia, le sue direzioni, con un occhio anche all'Estero.
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Il festival infatti riesce ad essere anche un focus interessante sull'Estero, portando al suo interno spettacoli dal Belgio, dalla Danimarca, dall’Olanda, dalla Norvegia e dalla Francia. Tra gli spettacoli ancora presenti sulla piattaforma abbiamo particolarmente gradito “ Diorama” della compagnia belga Hanafubuki, creazione che spunta fuori lettralmente da una valigia, in cui si racconta di un mondo dove all’improvviso, il sole sorge quadrato, e il danese, “Solo for two “, rappresentato da un duo di musicisti clown veramente affiatati.
Tra le proposte francesi abbiamo visto anche la nuova produzione di una compagnia che seguiamo da diversi anni, il “Vélo theatre “ con “Il canto della Balena” , un delicato viaggio alla ricerca delle proprie origini, immaginato col canto delle Ninne Nanne e della compagnia " Balle rouge" " La palla rossa" dove protagoniste sono le forme in realazione con la musica. Assai interessanti anche i corti animati per bambini presentati dalla Norvegia.


Noi comunque ci soffermeremo maggiormente sugli spettacoli italiani, non certo con delle vere e proprie recensioni, non avendoli visti dal vivo, ma sulle prime impressioni che ci hanno suscitato e sulle modalità delle creazioni.


Iniziamo dai piccolissimi, di cui, come si sa, il panorama del teatro ragazzi italiano è assai rado.
Ecco qua due felici creazioni che ci sono parse delicatissime nella loro apparente semplicità : “Fiume di voce “ con Francesca Caratozzolo, regia di Giada Balestrini, dei lombardi “delleAli “, uno dei pochi gruppi che si dedica quasi esclusivamente a questa fascia di età, in cui la voce della mamma, primo suono che, appena venuti al mondo conosciamo, diventa una corrente d’acqua che accompagna un piccolo pesciolino, inequivocabile metafora dell'infanzia e “Mi piace” dei friulano Teatro dal Quadrato, che avevamo già per altro visto e apprezzato, dove un fiore diventa metafora di Cura, sollecitudine e dedizione, attraverso la leggerezza di Maria Giulia Campioli e Claudio Mariotti. In tutte e due il Teatro di figura è reso inventivo a contatto stretto con i bambini.

Un inno alla diversità come risorsa preziosa è presente in uno spettacolo quanto mai necessario : "Famiglie" de La Baracca --Testoni Ragazzi di Andrea Buzzetti in cui, attraverso dei manichini da esporre in vetrina, senza parole, si raccontano tante famiglie diverse tra loro, dove solo l'amore e il rispetto contano.
Un altro spettacolo che avevamo già apprezzato è “ Lo Zoo di Pinocchio “ di Piero Fenati,
un' originale versione del ravennate Drammatico Vegetale, vera apoteosi del teatro di figura dove giocattoli e oggetti dialogano con la musica suonata dal vivo da Jenny Burnazzi al violoncello e Andrea Carella alla chitarra classica, per raccontare il capolavoro di Collodi dal punto di vista dei tanti animali che la popolano.
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Particolrmente interessanti abbiamo riscontrato soprattutto tre spettacoli, di cui sicuramente approfondiremo la visione dopo averli visti dal vivo. : “Cenerentola, Rossini all’Opera” di Fondazione Teatro Ragazzi Giovani Onlus, “Jack e il fagiolo magico” dei pugliesi “La luna nel letto” , “Umano ma non troppo” di Faber Teatro.

“Cenerentola, Rossini all’Opera “ di Fondazione Teatro Ragazzi Giovani Onlus riesce, senza semplificazioni eccessive di sorta, a mettere in scena le suggestioni di un capolavoro musicale assoluto “ La Cenerentola” di Gioachino Rossini. Attraverso le sollecitazini dell'inseparabile duo Pasquale Buonarota e Alessandro Pisci che interpretano lo stesso compositore e il librettista Jacopo Ferretti, addirittura cantando senza stonare, con l'insostituibile aiuto del soprano Mirjam Schiavello, adorabile protagonista con la regia di Nino D’Introna e le scene di Lucio Diana, l'opera rossiniana viene restituita in modo inventivo e nel complesso filologico senza parodie o metafore banalizzanti, cosa che raramente accade presentando un'opera ai bambini.
La stessa cosa ( dopo l'Orfeo di Monteverdi ) avviene in modo assai diverso, attraverso l'uso di immagini create dal vivo da Dario Moretti con Bastiano e Bastiana, opera giovanilissima di Mozart che l'artista mantovano con le sue modalità garbate ed inventive trasforma in una fiaba ambientata tra gli Yippies con l'aiuto del soprano Diana Rosa Càrdenas e della pianista Saya Namikawa.


Con “Jack e il fagiolo magico” invece Michelangelo Campanale torna, dopo il successo di Cappuccetto Rosso, alla fiaba, reinventando con il teatro di figura, questa volta proposto in piccole dimensioni, la fiaba proveniente dalla tradizione inglese “History of Jack and the Bean-Stalk”. In scena Maria Pascale attraverso la narrazione ed il gioco teatrale costruito con semplici marchingegni, giocattoli, segni pittorici reinventa la storia del povero bambino che sconfigge un gigante, proponendo ai bambini una morale sempre efficace: “Non avere tutto non vuol dire essere felici”.

“Umano ma non troppo” di Faber TeatER sul bel testo di Gianni Bissaca, invece indaga, con addirittura un piccolo robot in scena e due umani Sebastiano Amadio e Marco Andorno, i temi dell’intelligenza  artificiale e delle implicazioni etiche connesse alle nuove tecnologie ma nel contempo ci pare che parli di sentimenti proponendo temi così attuali in modo semplice e fruibile da tutti.

Non potevano mancare due produzioni di Segni d’infanzia con l’attrice Sara Zoia, “Lupus in fabula” e “Amore e Psiche” , in quest'ultima, complice Lucio Diana, l'Arte figurativa aiuta il piccolo pubblico a capire come sia importante per capire il mondo e interprearlo, mentre lo spettacolo che ha inaugurato il Festival è stato la versione visionaria di" Peter Pan" della compagnia pugliese Factory che avevamo già visto a "Colpi di Scena".

Ecco qua con la speranza di rivederli prossimamente dal vivo, ringraziamo il Festival di averci regalato seppur in video tutta l'originalità di un teatro per le nuove generazioni che si esplica nei mille modi originali ed inventivi di cui è capace.
MARIO BIANCHI





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