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recensioni
Lamezia le recensioni della vetrina della Calabria
LE RECENSIONI ED IL REPORT DI MARIO BIANCHI SULLA MANIFESTAZIONE DI TEATROP

A Lamezia Terme dal 10 al 12 Ottobre si è svolta la quarta edizione di “TeatrOltre. A sud: teatro in vetrina “, vetrina di teatro in strada e teatro ragazzi co-organizzata dal Comune di Lamezia Terme e Teatrop con il patrocinio e il finanziamento della Regione Calabria nell’ambito del progetto Lamezia Summertime 2013/2014. La manifestazione ancora una volta si è dimostrata soprattutto importante per far risaltare le realtà meno conosciute del teatro calabrese che per molti anni non ha avuto del tutto grandi occasioni di visibilità soprattutto nel campo del teatro dedicato ai ragazzi.

L’edizione di quest’anno ha offerto un ricco cartellone di appuntamenti in cui la tradizionale formula del “teatro in strada” si è alternata a linguaggi teatrali “altri” per offrire una “vetrina” varia e multiforme in grado di soddisfare le esigenze del pubblico giovane e non solo. 3 giorni di programmazione, 10 compagnie provenienti dal centro e dal Sud Italia, 11 spettacoli che hanno avuto come luoghi privilegiati la Piazzetta S. Domenico, il Teatro Umberto, il Chiostro di S. Domenico, recentemente restaurato, e il Teatro Politeama.

Come sempre la manifestazione è iniziata con uno spettacolo di strada dei padroni di casa del Teatrop che si è inventata una sfrenata banda di Tzigani capitanata da Piero Bonaccurso che ha invaso allegramente le vie della cittadina calabrese esibendosi in divertenti numeri di acrobazia sui trampoli, ma non solo, che hanno condotto gli spettatori sino all’interno del Teatro Umberto .

Tre gli spettacoli rimarchevoli visti durante la vetrina “Le Magherie di Giustina” di e con Achille Veltri, “ I Guardiani del Pozzo” di Riserva Canini e “Zampalesta u cane tempesta” con Angelo Gallo del Teatro della Maruca .


Achille Veltri dell’Associazione Art Patachipi in “Le Magherie di Giustina” testo di Achille Veltri e Giulia Secreti regia di Giulia Secreti, propone un fantastico viaggio nel mondo magico dell’ultima “Magara”, caratteristica donna dai poteri magici, figura antica, tra maga e fattucchiera, che ancora si trova in alcuni paesi della Calabria e lo fa entrando direttamente nel suo antro dove la vegliarda prepara intrugli magici e pozioni che tolgono il malocchio. Veltri la interpreta con giusta adesione, immettendo nel personaggio una carica ironica mai parodistica ma piena di affettuosa condivisione per un mondo che purtroppo sta scomparendo.Questo mondo viene rappresentato attraverso detti, filastrocche, usanze che Veltri affida al suo personaggio e alla sua storica rivale, la Pantasima (Patricia Orihuela Quiroga ), presenza inquietante che appare all'improvviso, creatura che rappresentava la paura e che si ingrandiva rubando bambini alle proprie mamme. In questa maniera il mondo calabrese di una volta viene revocato ed evocato in modo semplice e gustoso divertendo grandi e bambini .


I Guardiani del Pozzo” di Riserva Canini è invece un' incursione di grande e raffinata bellezza dove Marco Ferro e Valeria Sacco sono i guardiani del magico pozzo dei Grimm da cui fanno riapparire personaggi, incanti e suggestioni che hanno accompagnato l'immaginario di intere generazioni di bambini. Ecco che allora Il Principe Ranocchio, Raperonzolo, La serpe bianca, Fratellino e Sorellina, Ucceltrovato, L’Uccello d’Oro, Il lupo e i sette caprettini, La chiave d’oro vengono narrate attraverso figure di carta che si compongono e scompongono in un gioco di rimandi dove tutte le tecniche del teatro di figura vengono utilizzate in modo veramente preciso e di grande suggestione. Tutto ciò conferma la grande professionalità raggiunta da Marco Ferro e Valeria Sacco. Aggiungiamo noi che essendo uno spettacolo per ragazzi una maggiore comprensione totale delle storie narrate farebbe ancor più lievitare il livello dello spettacolo pur comprendendo il fatto che è pur bello perdersi e ritrovarsi in un marasma di suggestioni come quello proposto.


Zampalesta u cane tempesta” rappresenta invece il fortunato incontro tra il giovane burattinaio calabrese Angelo Gallo del Teatro della Maruca e il maestro delle guarratelle napoletane, ma non solo, Gaspare Nasuto. E infatti le due tradizioni sono ben presenti e si fondono benissimo in uno spettacolo dal ritmo incalzante che vede al suo centro un cane davvero terribile. Il dialetto calabrese usato con sobrietà ed alcuni stilemi delle guarratelle si mescolano per narrare le tragicomiche avventure del terribile Zampalesta. Zampalesta, infatti, il cane di Don Cataldo tenuto sempre alla catena, ha maturato un carattere vermente focoso, per dirla in breve, e ne fanno le spese la povera gallina Serafina, la dispensa del cuoco Mariuzzu , gli averi del contadino Rusaru e persino l'incolpevole burattinaio che è  costretto ad uscire dalla baracca. Ma alla fine attraverso le buone maniere del suo padrone Zampalesta diventerà mite come una pecora perchè come spiega poi, in maniera un poco didascalica Don Cataldo: è con le buone che esseri umani e animali devono essere educati.


Tra gli altri spettacoli visti, interessanti anche la performance di fantasismo, micromagia, mimo, clown “Cico Varietà” di Cico Cuzzocrea, simpatica e coinvolgente, che i bambini di Lamezia hanno gradito particolarmente e lo studio di Paola Scialis e Stefano Cuzzocrea, su ideazione e regia di Francesco Gigliotti, “L'Impasto “ primo studio del progetto cucinaScialis dedicato al cibo e alla sua degustazione, osservato come rito primordiale e non come mero soddisfacimento gastronomico della pancia. Di discreto livello ci è sembrato anche “Quel pazzo di Orlando” della Compagnia Teatro dei Grassi Saturi con Mariagrazia Bisurgi e Dario Manti che fa rivivere la storia del cavaliere Orlando e la sua follia d'amore non corrisposto per la bella Angelica.Tra passato e presente una cartomante ed un eroe da strapazzo ci rifanno rivivere le gesta del personaggio attraverso intuizioni registiche spesso indovinate, ma secondo noi ci vorrebbe forse più coraggio proponendo un omaggio più sentito alla poesia ariostesca.

Mentre ancora molto da registrare è “Mito. Storia di una improbabile origine “ della Compagnia Officine Teatrali/Confine Incerto di e con Emanuela Bianchi e Serafino Mazzei, rilettura del mito filosofico di Ovidio che farebbe derivare dal buio l’origine del mondo. A nostro avviso l'uso della parodia stempera di molto la buona riuscita dello spettacolo che si riscatta solo nel finale attraverso un uso semplice ma inventivo delle sole mani.

Già recensiti invece “Il Brutto Anatroccolo” del Teatro dell'Aquario con Graziella Spadafora e Meruska Staropoli e l'originale “Hanà e Momò” di Principio Attivo .

Il Festival è terminato con un gustoso assaggio della nuova produzione di teatrop Le isole che non ci sono. Ovvero l’arcipelago delle isole felici” con Pierpaolo Bonaccurso, Greta Belometti e Fabio Tropea. Si è trattato di un primo studio sulla ricerca delle isole felici, un arcipelago di isole sognate e raccontate che ognuno di noi si costruisce viaggiando sulle ali della fantasia. Il pezzo visto fa parte di una trilogia che avrà al centro tre icone dell'immaginario infantile : Il Pifferaio Magico, Peter Pan e Alice , narrate attraverso il racconto, la musica e le immagini create dal vivo con la sabbia dalla brava Greta Belometti.   








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