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Eolo
recensioni
PALLA AL CENTRO
IL REPORT DI MARIO BIANCHI CON LE RECENSIONI DELLO SPETTACOLI

Decisamente sotto tono la settima edizione di Palla al Centro, la vetrina delle compagnie di teatro ragazzi del Centro Italia, a cui abbiamo partecipato come spettatori interessati a Porto Sant'Elpidio durante il Festival internazionale I Teatri del mondo e che si è svolta per tre giorni dal 16 luglio al 18 luglio.
Si contano infatti quasi sulle dita di una mano le creazioni che ci hanno interamente soddisfatto su un totale di 18, testimonianza di una crisi del settore che il dibattito innescato su Eolo sta sottolineando in modo evidente.

A farla da padrona sono stati soprattutto gli spettacoli di Teatro di figura che ci hanno regalato le emozioni e i risultati più convincenti. Tra essi per fortuna possiamo annoverare un autentico piccolo capolavoro  Il miracolo della mula della Compagnia perugina il Laborincolo in cui Marco Lucci in collaborazione con Gigio Brunello fa rivivere i personaggi di un orologio meccanico posto sul campanile della grande piazza di Praga. E' così che assistiamo alle avventure del prode Poldino che sostenuto dal vescovo Simplicio, da Santuzza, una mula parlante e da Beatrice, aiutante magico di eterea consistenza, riesce a conquistare la sua Orsola gabbando perfino la morte. Tra improbabili travestimenti, torte succulente che cambiano padrone e imprese mirabolanti, si sviluppano avventure strampalate di godibilissimo divertimento sorrette da un ritmo perfetto sempre incalzante di grande maestria.
Lo spettacolo tautologicamente  è una perfetta macchina ad orologeria pervasa da un gusto surreale di rara raffinatezza dove uomini e animali si muovono in un mondo in cui lo spettatore si dimentica di avere davanti degli esseri inanimati per immergersi completamente in un gioco scenico dove la fantasia regna sovrana.
Abbiamo riprovato entusiasmo analogo per una produzione di dieci anni fa, a testimonianza di come il repertorio sia fondamentale nel mondo del teatro ragazzi, stiamo parlando della fortunata storica creazione del Teatro Pirata  Premiata Ditta Scintilla, il Carrozzone delle meraviglie . Lo spettacolo resuscita perfettamente il magico teatro viaggiante di una volta dove ogni cosa veniva immersa in un' atmosfera di stupore oggi andata completamente perduta. E così le vicende dell'uomo cannone, della donna barbuta e dell'uomo invisibile, nella loro manifesta impossibilità di essere veritiere, acquistano ancora una volta un' aura di incantata meraviglia, creata con perfetto e calibrato tempo comico da Francesco Mattioni e Silvano Fiordelmondo che si muovono tra oggetti resi fantasmagorici dal teatro e pupazzi tra cui il portentoso Dottor Fischerman di imperitura memoria.
Dopo l'ottima riuscita di Storie appese ad un filo Il Teatro del Canguro ci ha regalato un nuovo spettacolo di grande dignità, una versione molto fedele de La bella e la bestia. Tutto l'incanto della celebre fiaba viene perfettamente restituito attraverso una semplice tavola intorno alla quale si muovono uomini e pupazzi tra poche ed essenziali scenografie e alcuni oggetti altamente significativi a cui fanno da contraltare giochi e figure di ombre .
Il teatro di figura è pure parte integrante del nuovo lavoro dei pescaresi del Florian ispirato a La bella addormentata che dividono il loro spettacolo esattamente in due, un forse troppo lungo preambolo attorale che vede narrare l'attesa da parte dei genitori della nascita della protagonista e una seconda parte affidata soprattutto a pupazzi , contrassegnata liricamente da pochissime parole e dall'uso poetico del teatro di figura , dove fatalmente, secondo l'infausta profezia, si compie il destino di Rosaspina, che come si sa dopo cent'anni di sonno viene salvata da un principe. Lo spettacolo ci pare nel complesso nella sua semplicità ben strutturato e ci riconsegna una nuova versione della celebre fiaba di buona fattura.

Tra le sicure riuscite della vetrina dobbiamo anche annoverare lo studio che la compagnia Teatro Linguaggi ha dedicato all'Orfeo di Monteverdi che, continuando il proprio percorso dedicato all'opera, si avventura in un capolavoro barocco di altissima valenza e lo fa coinvolgendo sul palco due bambini del pubblico che faranno da contraltare ai protagonisti della storia Orfeo ed Euridice, mentre sul palco uno schermo ogivale coperto di cellofan propone agli spettatori immagini che la musica di Monteverdi rende incantate.
Nel piacevole e divertente L'Orco del Teatro Marco Renzi ripropone il suo particolarissimo modo di intendere il teatro per l'infanzia come una festa condivisa e qui, a differenza dello spettacolo precedente , dove erano i lupi, ora sono gli Orchi ad essere protagonisti, invadendo ancora un volta la platea mediante una maschera che rende orco tutto il pubblico. Con essa gli spettatori aiuteranno due poveri inservienti a catturare (forse) un Orco attore (un Oberdan Cesanelli perfettamente in parte) fuggito dalla sua cassa.
Due compagnie perugine hanno raccontato la tradizione dell'Umbria attraverso le sue storie : Teatro di Sacco con Valmagicherina e Fontemaggiore con Fiabe ritrovate Roberto Biselli nel primo, con l'ausilio della voce di Barbara Bucci e della musica dal vivo del complesso Sonidumbra, narra storie della Valnerina che hanno come protagonista la Sibilla e Guerrin Meschino, già reso celebre da uno spettacolo storico, cavallo di battaglia di Marco Renzi.
Enrico de Meo e Nicol Martini invece in Fiabe ritrovate sono due uccelli che hanno l'arduo compito di ritrovare le fiabe umbre ormai perdute e custodite dal re degli uccelli. Aiutati da Lorenzo Frondini con la regia di Beatrice Ripoli sul palco vengono narrate tre storie che hanno come contenuto l' amore, Il coraggio e la paura . Ispirato al libro fiabe umbre di Donato Loscalzo l'ultima creazione per ragazzi di Fontemaggiore  un lavoro dal sapore naif di semplice ed immediata costruzione. Il mondo della tradizione ritorna ancora Ne  la favola di Papa Celestino, la ballata del coraggio  di Teatrabile, gruppo aquilano che mette in scena la vicenda del papa che fece il gran rifiuto narrandone la storia con la voce di Roberto Mascioletti (e l'utilizzo un poco superfluo di burattini)ma soprattutto raccontando dei vari rapimenti che il corpo di Celestino ha dovuto subire durante i secoli. Tutti e tre gli spettacoli assolvono soprattutto il loro compito di ripristinare la memoria di una tradizione popolare che in qualche modo andrebbe perduta.
Su un tentativo invece di rinnovare i linguaggi si muovono Giancarlo Vulpes ed Enrico De Meo narrando in Biancaneve e Nerinvidia la celebre fiaba dei Grimm, vista attraverso gli occhi di due archeologi che si trovano davanti ad un sarcofago, contenente il corpo di una misteriosa fanciulla. I modi e le trovate sceniche dello spettacolo di impronta Dark e ancora in fieri ci sembrano interessanti( lo specchio come mantello luccicante, i simpatici nani, il misterioso sarcofago) ma secondo noi non è ancora stato trovato il cuore di questa creazione che si muove a singhiozzo verso troppe direzioni ma la voglia di sperimentare è tanta e siamo sicuri che si troverà il filo della matassa.

Deludenti, ci sono sembrate alcune creazioni che sulla carta avevano tutti i numeri per poter invece essere interessanti, Mario Mirabassi per esempio per il Tieffeu imbastisce una versione assai ambiziosa della famosa fiaba Raperenzolo con molti pupazzi e scenografie assai elaborate ma il risultato è a nostro parere molto approssimativo sia sotto l'aspetto formale sia sotto quello interpretativo.
Stessa cosa avviene con Il Teatro dell'Uovo che propone ne I racconti di Batik in forma fiabesca, due melologhi, il celebre e spesso visitato dal teatro ragazzi  Histoire de Babar  , su musiche di Poulenc ed il meno noto Paddington bear's first concert su musiche di Herbert Chappel. Ma se la resa musicale delle due partiture proposte al pianoforte da Diego Propoli  è di grande qualità , la recitazione e la gestualità di Guido D'Ascenzo sono sempre sopra le righe e appesantiscono nella loro evanescenza tutte le sfumature dello spettacolo.
Come pure non riuscito, anche se ancora perfettibile di miglioramento, ci sembra Stasera li butto della compagnia Donati e Olesen proposto in collaborazione con il Museo del giocattolo di Perugia. Lo spettacolo è ambientato in un negozio di giocatoli , i quali il giorno prima della chiusura intendono ribellarsi alla decisione della proprietaria. Lo spunto come si vede è buono ma per ora ci pare che nelle mani delle pur volonterose Giulia Zeetti e Valeria Pinzi gli oggetti e i burattini non abbiano la necessaria magia per essere credibilmente vivi. Ma lo spettacolo è solo all'inizio del suo percorso. Assai difficoltosa ci sembra infine anche la riuscita di  Persi nella Mancha del Teatro dello Sbuffo e di Homo Pagliaccius di Ramblas che ancora non hanno trovato una loro giusta dimensione interpretativa.
Per molti versi intrigante e necessario ci è parso invece  L'arte della fuga di Micro Teatro e Terra Marique su regia di Caudio Massimo Patern che tenta di mettere in scena le varie problematiche legate all'uso della cocaina da parte dei giovani.Operazione rischiosissima, ma se nella prima parte lo spettacolo  zeppo di stereotipi, nella seconda, che vede i suoi protagonisti vivere una terribile avventura dai toni quotidiani, lo spettacolo prende quota e gli spettatori si trovano davanti a esistenze smarrite riflettendo in modo veritiero sul tema proposto da questo coraggioso spettacolo tra l'altro ben interpretato da Brenda Bronfman e Daniel Neri.
MARIO BIANCHI




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