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PICCOLI SPUNTI CRITICI SU"PALLA AL CENTRO 2017"
A CURA DI MARIO BIANCHI

Sarà forse per la grande canicola che ci ha attenagliato in questi giorni, o per i chilometri che abbiamo dovuto intraprendere su e giù per la bellissima Montegranaro per Scale ed ascensori, ma soprattutto per le rare occasioni di un teatro alto e soprattutto necessario che per questa edizione di “Palla al centro 2017”Vetrina delle produzioni Teatro Ragazzi e Giovani del Centro Italia ( Abruzzo, Marche e Umbria) inserita nel variegato festival “ Marameo” che si è tenuta tra i girasoli della bella località marchigiana dal 19 al 21 Giugno, ci limiteremo a saltabeccare qua e là tra i 13 spettacoli che abbiamo visto (sui 17 in programma ), cercando di cogliere le poche, in verità, occasioni in cui la scena ci ha coinvolto seriamente. Incominciamo dal più significativo spettacolo visto a Montegranaro , “ Somari” di Marco Lucci della Compagnia “ Il Laborincolo” che su drammaturgia del fido Giulio Molnar, imbastisce con i burattini un raffinato divertissement con al centro Pinocchio. Lo spettacolo è ambientato in una scuola come le altre, con tanto di dirigente scolastico ( interpretato dallo stesso burattinaio), una lumaca come maestra, il bidello e un professore di matematica a cui nessuno si è mai degnato di narrare una storia. Pinocchio è ora finalmente un ragazzetto che ha consegnato tutta la sua storia alla Elefantessa Bernarda e potrebbe vivere come tutti i ragazzi del mondo se non fosse che.... se non fosse che ci sono  due carabinieri..... e se non ci fossero pure...gli immancabili gatto e volpe. In un vero e proprio delirio di personaggi ed apparizioni, si dipana una storia surreale dove tutti i personaggi del famoso libro vogliono prendere posto in un teorema di Collodi di difficile spiegazione. Marco Lucci, da par suo, conduce il gioco di tutti i personaggi sul filo dell'ironia, dando loro sostanza e credibilità. La creazione in prima assoluta deve ancora trovare un suo giusto ritmo che potrebbe rendere più narrativamente logico il tutto, ma siamo davanti ad un teatro che diverte e che soprattutto stupisce, fornendoti dimensioni inaspettate,ciò che vogliamo da un teatro che si rispetti.

Ecco poi “ Sogni in scatola” della compagnia Nani Rossi, la cui riuscita non ha bisogno delle nostre parole, ma è stampata soronamente negli occhi e nel riso sfrenato del bambino che stava seduto dietro di noi. Qui Matteo Mazzei e Elena Fresch sono due piccoli e buffi personaggi che creano attraverso tutte le arti circensi, senza parole, le varie e poliedriche sfumature delle cose della vita, dalla gioia all'amore alla guerra, in un mondo costruito da cartone, scatole e imballaggi, dove costruire la casa è il bisogno più impellente. E i nostri due, dopo mille peripezie, ce la faranno realizzando nel contempo uno spettacolo poetico e divertente.

Spiace constatare che siano soprattutto gli “One man show” a risultare i più omogenei, segno che ancora una volta sia la drammaturgia l'anello debole della scena per l'Infanzia ma non solo per l'Infanzia.

Ecco dunque ancora il Teatro Civile a farla da padrone in “ Storia di Ena” di ATG Teatro Pirata di Jesi dove la sempre brava Lucia Palozzi narra, traendola dal romanzo “Nel mare ci sono i coccodrilli”, senza fronzoli, la vera storia del lungo viaggio del giovane afghano, Enaiatollah, partito dalla sua terra di origine quando aveva 10 anni e arrivato in Italia all’età di 17 e in “ Fortuna “ di Alessandro Sesti, spettacolo per adulti, con la regia Erica Morici, affiancato egregiamente dal cantautore Nicola Papapietro in arte Puscibaua, con la consulenza musicale di Andrea Giansiracusa, che partendo dall'omicidio di Fortuna Loffredo, avvenuto a Caivano, ci narra con trasporto “ La mattanza dei bambini” in un mondo dove regna l'omertà.

Due spettacoli sinceri che navigano in un mare forse troppo praticato che però il teatro ha sempre la responsabilità di proporre.

Poi c'è la rivisitazione dei classici, dopo “ Enrico V”, Fontemaggiore mette in scena, rivisitandolo e cercando di enuclearne i temi portanti, un altro capolavoro del Bardo “ Riccardo III” dove Claudio Massimo Paternò, incarna in modo plausibile il crudele monarca, affiancato dalla brava Nicol Marchini nei ruoli di accompagnamento, sulla bella drammaturgia di Mauro Maggioni con la regia di Fausto Marchini I 7\8 Chili a mezzanotte ci hanno regalato un breve studio utilizzando ancora in modo coinvolgente le immagini in “ Computeretto” , metafora divertente del dominio ormai che la realtà virtuale ha su di noi.

Qua e là, al di là di alcuni gruppi che già conosciamo ( da ripensare completamente secondo noi “ Vorrei- Storia di un pesciolino d'oro” di Florian Metateatro partendo da una piccola luce in una mano e da una voce di bambino), altri segni interessanti, la leggerezza di Silvia Imperi in “ Due monete per il paese della meraviglie “ il Teatro di figura ne “ Il brutto brutto anatroccolo”di Marco Renzi, prima prova di Proscenio Teatro, compagnia a cui auguriamo un grande futuro, la bella scenografia di “ Madame Barbablu” del Teatro dell'Illusione,il tentativo imberbe di collegare il pop up e la danza di Ruotalibera eee ma ci fermeremmo qui.

Per finire un plauso alla città di Montegranaro che ha ospitato la manifestazione all’interno del festival internazionale dell’arte di strada“Veregra Street” diretto da Giuseppe Nuciari,

in ben cinque spazi, due teatri: l’Auditorium “Officina delle Arti” (140 posti) e il Comunale “Teatro La Perla” (450 posti) e tre spazi all'aperto, l’anfiteatro  di Largo Conti, i due spazi serali presso il Campo dei Tigli, Arena 1 e 2.
MARIO BIANCHI







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