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Eolo
stelle lontane
DNA A TORINO/LA CONCLUSIONE DEL PROGETTO NEL REPORT DI MARIO BIANCHI
LA CONCLUSIONE( FORSE?)DEL PROGETTO A TORINO IL 16 E 17 OTTOBRE

DNA/IL REPORT DELLE DUE GIORNATE TORINESI

Il 16 e 17 Ottobre si è svolta a Torino alla Casa del Teatro Ragazzi un'ulteriore fase che dovrebbe (o potrebbe) essere quella finale del progetto 2013/15 di D.N.A., Drammaturgie non Allineate per l'Infanzia e l'Adolescenza, l'iniziativa originale e particolarissima che Unoteatro, la formazione che raccoglie insieme Stilema, Nonsoloteatro e Bostik, sta portando avanti da due anni e di cui Eolo ha seguito da vicino tutte le fasi. DNA ha avuto il merito alla fine di sottolineare soprattutto alcune delle direzioni possibili e auspicabili che il teatro ragazzi italiano ha in molti casi dimenticato nel corso della suo lungo tragitto ma che sono state alla base della sua storia.

A Torino il 16 e il 17 Ottobre, in questo senso, il percorso è giunto al suo compimento attraverso la presentazione della carta finale di DNA con le conclusioni dei tavoli tematici che si erano aperti in Novembre, rispettivamente su : scegliere un pubblico, frequentare un pubblico, scritture drammaturgiche per un pubblico, politiche per un pubblico

In conclusione del documento scritto che si può scaricare comodamente su sites.google.com/site/unoteatrotorino/home/dna sono state individuate 5 parole che possono essere utilizzate per un uso consapevole della carta e quindi nella composizione di una creazione dedicata all'infanzia, esse sono:Formazione, animazione teatrale, scuola, famiglia, spettatore. Ecco dunque che ora il documento con le sue linee guida sarà proposto ad un numero più grande possibile di realtà per metterlo in pratica recependo anche proposte e ulteriori possibilità di discussione e messa in opera.


Già da ora per far questo e per mettere direttamente in pratica DNA , è stato messo in campo un ulteriore percorso: i direttori artistici delle tre formazioni, Silvano Antonelli, Dino Arru e Guido Castiglia, hanno infatti seguito 9 progetti teatrali, dovuti a giovani formazioni artistiche che si sono affidate alla loro esperienza. In questo modo l'iniziativa ha avuto un ulteriore merito, quello di far dialogare due generazioni di artisti intorno alla drammaturgia, declinando la realizzazione dei progetti in momenti pubblici, ma ancor più all'interno di una trama fitta di incontri informali, vero fulcro di questo momento di formazione. Le nove dimostrazioni di lavoro che sono state presentate nel Novembre scorso, e di cui Eolo ha dato conto con un apposito documentato report, sono state il punto di arrivo di questo dialogo e, insieme, il punto di partenza per un lavoro di ricerca teatrale, che ciascuna formazione ha fatto proprio.

Al centro dei progetti che prima delle giornate finali di Novembre 2015 avevano già avuto occasioni di contato con il pubblico a Ferrara e a Cascina, secondo i dettami dell'iniziativa, dovevano esserci tre principi irrinunciabili che dovrebbero essere sempre alla base di ogni spettacolo per ragazzi : la scelta, la frequentazione di un destinatario( in questo caso l'infanzia) e la conseguente derivazione di un linguaggio originale, autonomo, compreso.


Il 16 e 17 abbiamo quindi assistito anche agli esiti finali di tre dei 9 progetti visti e già commentati durante la prima fase : Compagnia Genovese-Beltramo : Game Over, Il Mulino di Amleto “Giardinetti” e Gatto Vaccino Teatro “Niňa”.

La Compagnia Genovese Beltramo, formata da Vivien Beltramo e Savino Genovese con “Game Over “, propone, tra realtà e finzione, un originale video-gioco teatrale effettuato da due genitori, guidato da una voce infantile che alla fine risulterà essere la loro figlia che, come in uno specchio, li invita a ritornare indietro nel tempo per riconsiderare situazioni ed emozioni che sono proprie di tutti gli esseri umani.

Vi è una leggerezza benefica che invade tutto e fa riflettere attraverso un incontro/scontro fra il mondo reale e quello virtuale su tutte le varie combinazioni ed incontri che la vita ci propone e nel contempo fa riflettere il pubblico di riferimento sulle difficoltà e i dubbi che attraversa il nucleo famigliare in un periodo come il nostro governato non più dai reali sentimenti ma soprattutto dalla tecnologia che li rende solo virtuali. Forse nello spettacolo a volte il gioco degli incastri, tra vita e finzione, risulta troppo facile e ci piacerebbe un poco di più di profondità nell'affrontare gangli più nascosti e dolorosi dell'essere umano, ma lo spettacolo, attraverso l'ironia ed un ritmo teatrale molto calibrato, riesce alla fine a dare un contributo onesto e convincente per comprendere tutti i meccanismi che muovono oggi le relazioni tra i genitori anche in rapporto con i figli.


“Giardinetti” del Mulino di Amleto ha in qualche modo tradito le attese del primo frammento, visto il novembre scorso, dove ci sembrava essere più strutturato e teatralmente foriero di risultati teatrali alla fine più convincenti. Nello spettacolo, la vita ordinaria di un qualsiasi giardinetto di una qualsiasi città, è osservata attraverso i gesti e le avventure di diversi ragazzi Candy, Sara, Jason, Antony, ma non solo, e dei loro genitori. La resa teatrale come avevamo già evidenziato si basa efficacemente sull'antinaturalismo e nello stesso tempo su un osservazione capziosa della realtà, filtrata attraverso la reinvenzione teatrale proposta con un ritmo ben calibrato in cui concorrono tutti gli attori. Purtroppo però le gag e le emozioni che da esse scaturiscono vengono approfondite solo superficialmente e, sono solo motivo di riso, e non di consapevole e teatrale trasferimento di senso ai piccoli spettatori. Ma il materiale di base c'è, come ben si evince dalla scheda di presentazione, basta solo metterla in pratica, rimpolpando le relazioni e le emozioni tra i personaggi in campo del resto resi con efficacia rappresentativa da tutti i 4 attori in scena.


Nina, la protagonista dello spettacolo di” Gatto Vaccino”, interpretata con estrema e convincente sensibiltà da Roberta Maraini che lo scrive insieme a Enrico Seimandi, vive gli anni dell'adolescenza dove tutti le dicono cosa fare dai genitori agli insegnanti.E'un periodo dove tutto è in divenire, dove tutti gli adolescenti vivono tra eccitazione e passività sensazioni e sentimenti che si elidono continuamente e dove al centro di tutto vi è soprattutto il rumore delle ossa che crescono, senza sapere nulla di certo sul proprio futuro desiderato in mille modi( Non so cosa farò o sarò ma anche se sbaglio fa' comunque, perchè io sbaglio,dice la nostra eroina nel bellissimo finale )

Il progetto che seguiamo da diverso tempo, lo abbiamo ritrovato ora ben strutturato e convincente soprattutto nel presentare tutte le giuste domande, a volte senza risposte precise, quando il teatro tratta il tema dell'adolescenza.

Molte sono le immagini, le musiche giustamente assordanti e le parole che sentiamo durante lo spettacolo, stimoli che vanno tutti nella direzione sincera di caratterizzare la difficile situazione dell'adolescenza. Peccato che il teatro in qualche modo faccia fatica a far capolino in uno spettacolo sincero, volutamente sgangherato nelle sue linee essenziali, ma forse troppo pieno di segni che dovrebbero invece essere riordinati in un cammino più pertinente affinchè lo spettacolo possa teatralmente raggiungere il suo scopo.






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