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Eolo
recensioni
SEGNI D'INFANZIA 2013
IL REPORT DI MARIO BIANCHI DEL FESTIVAL MANTOVANO

Dal 30 ottobre al 3 novembre si è svolto a Mantova “ Segni d’infanzia “, il festival internazionale d'arte e di teatro per l'infanzia, giunto quest'anno alla sua ottava edizione. 160 eventi tra spettacoli, laboratori e percorsi d'arte per bambini e ragazzi, si sono susseguiti nei luoghi della bellissima città lombarda con formazioni italiane e straniere .

E' stato il ragno, disegnato da Alessandro Bergonzoni, a tessere la tela di Segni d'infanzia 2013 , dopo, tra gli altri, la giraffa, il salmone, il riccio, il bombo, questa edizione ha avuto per protagonista e “filo” conduttore questo piccolo aracnide, con tutta la complessità legata alla sua simbologia. Paziente, laborioso e creativo, il ragno, l’animale scelto per rappresentare la nuova edizione, ha ispirato la creatività di migliaia di bambini ed una mostra ha esposto i loro disegni, quasi 6 mila, realizzati in questo anno, utilizzando ogni materiale possibile.

Diversi, per la verità, gli spettacoli proposti che abbiamo già visto in altre rassegne da la “Pecora nera” di Teatro Distinto a “La bicicletta rossa di Principio attivo( che ha presentato anche lo storico “Storia di un uomo e della sua ombra”) da ScATeNaTI di Scarlattine a Cenerentola della Factory e “Sandokan” dei “Sacchi di sabbia”, comunque proposti ad un folto gruppo di operatori venuti dall'estero e dall'Italia e vissuti in prima persona dalle centinaia di bambini che hanno percorso in lungo e in largo il Festival. Gli spettacoli sono stati offerti nella sezione “Spuntini critici” anche ad un gruppo di critici non solo italiani, poco “abituati” al teatro per ragazzi. Molte anche le novità ovviamente, tra cui “ Bergonzoni&Bambini” lo spettacolo che l’artista bolognese ha dedicato all'infanzia. Ma poi tra le altre performances anche “Pour la petite histoire...” della Compagnìe Sémaphore (Francia), “Amore e Pische tra Pennello e scalpello “di Cristina Cazzola e Lucio Diana, mentre la Compagnia Rodisio, ha presentato invece in prima nazionale lo spettacolo “Ode alla vita”” il cui primo studio era stato presentato a Bologna in un progetto più ampio che ha visto la collaborazione e il sostegno di:Espace600 (Grenoble, FR)Teatro alla Corte/UOT_unità di organizzazione teatrale (Collecchio, IT)Centre d’Animation de la Cité (Lausanne, CH)Unicorn Theatre (London, UK)

Il festival è iniziato al teatro Bibiena, con la cerimonia d'investitura dei “Calabroni critici “, un progetto dedicato alla critica teatrale rivolto ai ragazzi tra i 10 e i 18 anni per renderli spettatori consapevoli.Momento importante della manifestazione diretta da Cristina Cazzola è stato anche l''appuntamento del 2 novembre al teatro Bibiena, dove L'Aambasciata di Norvegia, partner della manifestazione, in occasione de i 150 anni della nascita di Edvard Munch ha presentato i percorsi d'arte dedicati al celebre pittore nordico.

Tra le altre iniziative, per genitori e bambini, dai 5 anni in su ecco poi “L'arte degli scambi. BagattoBaratto” nello spazio Santagnese10, una proposta per riflettere sull'identità attraverso gli oggetti, mentre “Cibi da Favola”, ha insegnato a fare pasta e burro per poi assaporarne i gusti, parlando di fiabe, insieme a mamma e papà. Numerosi anche gli appuntamenti gratuiti, da “Trame in Loggia” alla Loggia del Grano, a “Dolci note…a merenda”, e poi scuola di gessetti, burattini, e “s-passeggiate”. Insomma oltre gli spettacoli decine iniziative con al centro l'infanzia.



Due gli spettacoli visti a Mantova, uno italiano, uno straniero, ambedue molto interessanti: “Il Tenace soldatino di Stagno” e “The House”.

“Il Tenace Soldatino di Stagno” si dimostra interessante già dalla sua produzione che mette insieme due formazioni romane, lo storico centro teatrale degli Accettella in difficoltà nel loro ultimo cammino artistico e una compagnia che ha già invece offerto, anche recentemente, spettacoli di ottimo livello, il Teatro delle Apparizioni, in una sinergia di lavoro che dovrebbe fare scuola.

Lo spettacolo di e con Valerio Malorni e Fabrizio Pallara è una curiosa creazione che vive tra cinema e teatro utilizzando in modo creativo tutte e due i linguaggi.La celebre fiaba di Andersen viene infatti reinterpretata in un reale gioco di ruolo in cui gli oggetti posti sul palcoscenico, che ricostruiscono la celebre stanza protagonista della vicenda, prendono vita “parlando, combattendo, danzando, protagonisti di un film teatrale proiettato su un grande schermo in diretta.” La videocamera dei due attori animatori si muove nella stanza restituendo in un gioco continuo di rimandi la celebre storia del rapporto di amore tra un soldatino di stagno con una gamba sola ed una ballerina, posta in alto, troppo lontana da lui. Il viaggio che il protagonista compie per ricongiungersi con la sua bella diventa una sorta di romanzo di formazione che si dipana via via attraverso l'incontro con gli altri giochi che popolano la stanza: un elefante, un ragno, la signora delle polpette, un gruppo di soldati in azione, un aereo, diversi gruppi di animali, Pinocchio, un vecchio saggio.

Ognuno di essi si rifa ad un sentimento, ad uno stato d'animo, componendo cosi una sorta di scalata verso una maturazione consapevole,  che accompagna quella reale verso l'amore tanto agognato. Tutto il racconto, ambientato in una stanza in un pomeriggio di pioggia, lascia il finale molto aperto a diverse suggestioni. Malorni e Pallara si muovono a loro agio nella complessità dell'esperimento che alterna momenti dove il teatro si compie fattivamente nell'alternanza creativa dei due linguaggi scelti ad altri meno felici, ancora da registrare, ma che comunque conferma la possibilità di offrire ai ragazzi nuovi modi di approccio al teatro in sintonia con il loro mondo dove le immagini la fanno da padrone.


Un esempio altissimo di teatro di figura ci è parso “The House” di Sofie Krog e David Faraco su drammaturgia di Jette Lund con la regia Martin Toft. Protagonista dello spettacolo è una grande casa nella quale accadono fatti misteriosi e truculenti che hanno come origine un testamento conteso.I vari ambienti della magione, che spesso gira su sé stessa scoprendo tutti i suoi recessi anche i più reconditi (perfino un crematorio), fanno da sfondo alle vicende dei burattini mossi con estrema perizia da solo due animatori che danno vita a molti personaggi componendo un affresco gotico a cui concorrono l'uso delle luci, la musica ed il ritmo dove troneggia un meraviglioso cane di cui faremo fatica a non conservare il ricordo. Serve infedeli, ladri sciocchi, notai, brutali assassini, anime cattive e buone che vagano nello spazio, formano un meraviglioso spettacolo dove l'ironia stempera in modo stupefacente l'atmosfera lugubre che permea tutta la scena.







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